Tre storie diverse di tre donne diverse e del loro maestro di bondage dominante si intrecciano in una sola in questo film di bondage. Natsuko è annoiata del suo matrimonio e suo marito assume un maestro del bondage per disciplinarla a casa loro. Yoshimi lavora in ufficio durante il giorno, ma ama essere umiliato durante la notte. Aki lavora in un club S&M come sadica, finché non scopre che la sua vera vocazione è quella di essere una schiava masochista.

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Film molto carino, dalle musiche dolci. E’ un po’ il classico film pinku s&m ma con in più una storia intrecciata che si dipana negli anni. Ovviamente è presente la odiatissima censura pixelata, ma si intravedono anche i peli pubici (cosa molto rara, anche se sempre più frequente nei film contemporanei).

C’è amore, c’è dramma, c’è insegnamento e ci sono diverse massime di vita.

Abbiamo diverse scene bondage (o shibari), anche all’aperto (cosa che fa dire “wow”). L’ambientazione erotica sulla spiaggia non può non far ricordare la spiaggia nuvolosa dei film vampirici del compianto Jean Rollin.

Naturalmente, essendo un film erotico, non vediamo penetrazioni o genitali. Quello che fa storcere il naso è però la finzione di una certa scena. Stessa finzione legata alla medesima perversione la ritroviamo anche in Girl In Captivity: Psycho Torture Chamber (2008), ma fatta meglio, più realistica.

In conclusione, non è tra i migliori, ma secondo me è da guardare. Anche per la presenza della bella Asami (chi non la conosce non è un amante dell’ultragore giapponese degli ultimi decenni).

Recensione da Sottotitoli di Davide D’antonio