DIARY OF A SERIAL KILLER [sub JAP/ENG]

 

Le confessioni di Li Wenxian che dal 1991 al 1996 disseminò di terrore il villaggio di Wong Po nella zona del Guangzhao (area Canton), stuprando e uccidendo 13 prostitute in quanto era stato frodato da una di esse e quindi si sentiva libero di cercare la propria vendetta nel modo più efferato possibile.

 

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Titolo originale: Gwong Chow sat yan wong: Yan pei yat gei
Anno: 1995 I Paese: Hong Kong
Regia:
Attori: Power Chan Kwok-Pong, Strawberry Yeung Yuk-Mui, Farini Cheung Yui-Ling
 

 

Diary of a Serial Killer del 1995 è quello che un vero cinefilo vorrebbe trovare in un CATIII. Vi appaiono tutti gli elementi del tipico cinema estremo di Hong Kong senza dimenticarsi la vena comica che associata a stupri, omicidi seriali e tragedie familiari, risulta chiaramente di stampo demenziale e fuori luogo. Ma è questo che cerchiamo quando andiamo a guardare un CATIII l’estremo cattivo gusto. E’ tanto più di cattivo gusto per il semplice fatto che il film è basato su fatti realmente accaduti e attuali dato che la data di uscita è il 1995 e i fatti iniziano nel ’91 e finiscono nel ’96. Ebbene si, i fatti criminosi raccontati in questa sorta di folle biopic riguardano il pluriomicida Li Wenxian che durante quei 5 anni disseminò di terrore il villaggio di Wong Po nella zona del Guangzhao (area Canton), stuprando e uccidendo 13 prostitute in quanto era stato frodato da una di esse e quindi si sentiva libero di cercare la propria vendetta nel modo più efferato possibile. Diary of a Serial Killer rimane impresso nello spettatore perchè, come in Suburb Murder del 1992, sembra quasi che lo spettatore sia invitato a cercare una sorta di empatia con l’assassino, quasi che si voglia giustificare i suoi atti criminali in quanto anche l’omicida non è altri che una persona qualsiasi con i propri sentimenti e le proprie debolezze. Assistiamo infatti ad una serie di molteplici sequenze romantiche e al dramma personale fatto di sogni infranti del protagonista che a tutti gli effetti impersona il buono e il cattivo allo stesso tempo. In questa pellicola, infatti, non c’è il classico antagonista del cattivo. Il cattivo soddisfa le esigenze di entrambe le anime che lo spettatore può andare a cercare per identificarsi, ed è proprio questo il sottile gioco di cui sopra, camuffato con una marea di sangue, sesso e mutilazioni. Attenti a ciò che guardate perchè vi potrebbe piacere. Buona visione.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo