LORNA

 

In un piccolo paese popolato da predicatori fanatici, razzisti e maniaci sessuali vive Lorna, una giovane donna bella e formosa, trascurata dal marito. Il sogno di Lorna e’ di avere accanto un uomo che la appaghi di più sessualmente, finche’ un giorno si imbatte in un galeotto che le fara’ conoscere il significato del piacere…

 

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Titolo originale: Lorna
Anno: 1964 I Paese: U.S.A.
Regia: Russ Meyer
Attori: Lorna MaitlandMark BradleyJames Rucker

 

 


Un Russ Meyer agli albori, ancora lontano dalle esplosioni pop di sesso e violenza dei suoi film più famosi. Lorna, avvolto in un fascinoso bianco e nero (la cui scelta, come testimoniato da Meyer stesso, fu giustificata da mere ragioni di budget), cade presto vittima di una struttura semplicistica e ruffiana, che non disdegna simbolismi d’accatto e che banalizza e appiattisce il potenziale di fondo. Il film si ispira vagamente a Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis, ma Meyer non fa molto di più che tenere il controllo della sua produzione (è anche soggettista, montatore, direttore della fotografia e autore della colonna sonora), inserire qualche elemento interessante (la figura contestuale del predicatore James Griffith) e valorizzare le bellissime forme della protagonista Lorna Maitland, ex ballerina di Las Vegas promossa qui a prim’attrice, dilaniata dal sentimento sessuale nella provincia rurale più squallida e deteriorata che si possa immaginare. Un film sulla liberazione femminile? In maniera marginale può darsi, sebbene non sia trascurabile, in questa direzione, lo sviluppo garantito dall’epilogo. Più che altro, però, racconta i sentimenti, il dolore e il corpo in maniera incolore, proprio come la sua fotografia.

Recensione da LongTake