Ugo e Valerie Albert hanno l’abitudine di invitare amici nella loro sontuosa villa di campagna. Loro ospiti abituali sono i coniugi Max e Dauphine Blondel. Durante i preparativi di uno di questi consueti appuntamenti, ai quali assiste, nella sua qualità di governante, Antoinette Vidal, Etienne, un ragazzo che fa il garagista, è testimone degli incontri amorosi tra la padrona di casa Valerie e Max. In un momento di assenza di ambedue i mariti, Etienne e il suo amico Julien si introducono nella villa, ubriacando le due donne Valerie e Dauphine ed abusano di loro. Poi, prima di andarsene, scattano compromettenti fotografie alle due mogli. Max ed Ugo, al loro ritorno, si trovano di fronte ad una lettera ricattatoria, nella quale si minaccia la pubblicazione delle foto.

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Il titolo francofono (“Il corpo ha le sue ragioni che il sesso non trascura mai”) fa ironicamente il verso al sentimentalismo di Blaise Pascal (“Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”), mettendolo k.o. Le scene sono come tasselli di un puzzle costruito in fretta, mentre alcune sequenze sono ritoccate e invase da filtri sgargianti e composizioni geometriche. I titoli di testa ricordano il polselliano Rivelazioni col turbinare vorticoso di stralci dai giornali di cronaca nera. Gioiellino quasi pop-art

Recensione da Il Davinotti