BLACKMAIL IS MY LIFE [sub ITA]

 

Shun (Hiroki Matsukata), Seki (Hideo Murota), Zero (Akira Jo) e Otoki (Tomomi Satō) sono una banda di giovani e intemperanti ricattatori che si arricchiscono sfruttando vizi e ingenuità di ricchi e potenti. Le cose per loro vanno bene, grazie a una giusta dose di furbizia e fortuna, ma quando cercano di alzare il tiro finiscono invischiati in un pericoloso intrigo in cui è coinvolto persino il primo ministro giapponese. Per loro sarà la fine.

 

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Titolo originale: Kyokatsu Koso Waga Jinsei
Anno: 1968 I Paese: Giappone
Regia: Kinji Fukasaku
Attori: Hiroki Matsukata, Tomomi Sato, Hideo Murota
 

 

 

Tratto dall’omonimo romanzo di Shinji Fujiwara e prodotto dalla Shochiku, è uno dei migliori titoli diretti da Kinji Fukasaku nel decennio Sessanta, pellicola a metà strada fra lo yakuza-eiga (film di yakuza) e il seishun-eiga (film di gioventù) che raccoglie e mescola con disinvoltura influenze dal gangster movie americano e dalla Nouvelle Vague francese. Strutturato per blocchi narrativi inframmezzati da flashback, al suo interno Fukasaku delinea una denuncia verso il Giappone occidentalizzato del dopoguerra, dove l’arricchimento di pochi, fra corruzione e decadenza, si è accompagnato a un diffuso sentimento di rivalsa, qui incarnato da una banda di cani sciolti leali solo a se stessi, giovani temerari e narcisisti in sfida cieca verso poteri costituiti e criminalità organizzata. Toni leggeri e scanzonati per una narrazione svelta e dinamica che, pur con diversi passaggi piuttosto confusi, si sviluppa all’insegna del massimo coinvolgimento del pubblico, trascinato al centro degli eventi da uno stile energico e accattivante in cui si fondono tecniche da cinema d’avanguardia e popolare (camera a mano e voce fuori campo, zoom rapidi e fermi immagine, inquadrature vertiginose e transizioni dal bianco e nero al colore) in un vorticoso eclettismo che raggiungerà piena maturità solo nel decennio successivo. Vibrante colonna sonora di Hajime Kaburagi in cui torna, fischiettato, il celebre tema di Tokyo Drifter (1966) di Seijun Suzuki.

Recensione da LongTake