IL COLPO SEGRETO DEL KENDO

 

Una banda di malavitosi capitanata dal perfido Jasha, riesce ad impadronirsi di un carico governativo d’oro. Trovandosi in evidente difficoltà le autorità locali promettono al dottor Ikibei, esperto di arti marziali, una consistente ricompensa in denaro per il suo ospedale se sarà in grado di recuperare il bottino. Ikibei si mette così subito in caccia dei ladri affrontando parecchi nemici.

 

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Titolo originale: Shokin kasegi
Anno: 1969 I Paese: Giappone
Regia:
Attori: , ,

 

 

Il colpo Segreto del Kendo è un film del 1969 arrivato in Italia pochi anni dopo, durante il periodo d’oro del cinema di arti marziali (1970/73). All’epoca non si faceva distinzione tra karate e kung fu e non ci si curava di fare distinzione tra cinesi e giapponesi. A dire il vero ancora oggi parecchi fanno confusione tra le varie etnie asiatiche, ma non ci dimentichiamo che anche gli asiatici spesso e volentieri collocano indistintamente qualsiasi bianco nella macro categoria di “occdentali” senza tante sottigliezze, per non parlare degli americani che non sanno nemmeno dove stia l’Italia sulla mappa. Non pretendiamo troppo poi, per carità, che la gente sappia distinguere le arti marziali, come si evince nel titolo italiano di questo film ad esempio. Il “kendo” è un’arte marziale giapponese che prevede l’uso di spade di legno e di protezioni alla testa, alle spalle e alle braccia. E’ un’arte di spadaccini “da palestra” che non prevede l’uso di spade vere (non che non ci si faccia male a praticarlo!), di cui non vi è traccia in tutto il film di cui si parla in questa recensione. Tant’è che non si parla nemmeno di alcun colpo segreto. Il titolo “Il colpo segreto del kendo” è un clickbite d’epoca che serviva ad attirare il pubblico già abituato a titoli simili, che venivano però attribuiti a film di arti marziali di Taiwan e Hong Kong, questo è quanto. Il titolo internazionale è Bounty Hunter: Killer’s Mission, oppure Bounty Hunter 1: Killer’s Mission ed è il primo di una trilogia chiamata Bounty Hunter, dove il nostro beniamino veste i panni di Ikibei, una sorta di mercenario al servizio dello shogunato. Se qualcuno se l’è chiesto la risposta è si, è lo stesso protagonista della lunga serie di film, ben più famosi, Lone Wolf and Cub (in Italia è arrivata solamente la trasposizione televisiva sotto forma di telefilm chiamata Samurai), girata però successivamente alla serie Bounty Hunter. fu un pezzo grosso dello show business nipponico e si guadagnò la possibilità di recitare a Hollywood, in tarda età, nel film di Ridley Scott Black Rain: Pioggia Sporca. La regia di questo film è affidata a Shigehiro Ozawa, noto per aver diretto la saga Street Fighter con Sonny Chiba.Le vicende narrate sono le classiche che si possono trovare nei film chanbara che fanno dei complotti politici gli ideali binari per inscenare omicidi e volta faccia drammatici, elementi che lo spettatore di allora (e di adesso) pare anelasse. L’elemento assai originale della trilogia è quella di essere una sorta di soia western, con tanto di cavalli, pistole e colonne sonore che rimandano ad assai più occidentali lidi.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo