👊🐲 CICLO A COLPI DI SHAW: LA 36A CAMERA DELLO SHAOLIN

 

La storia dell’erudizione marziale di un giovane scampato alle persecuzioni manciuriane ed accolto nel tempio di Shaolin dove attraverso 35 stanze svilupperà una particolare dote psicofisica. Una volta divenuto monaco col nome di San Te istituirà la 36 stanza ovvero se stesso con il compito di reclutare altri adepti per spodestare la tirannia Manciù.

 

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Titolo originale: Shao Lin san shi liu fang
Anno: 1978 I Paese: Hong Kong
Regia: Liu Chia-Liang (Lau Kar-Leung)
Attori: Gordon Liu (Liu-Cha Hui), Lo LiehChia Yung Liu
 

 

Tra i titoli più noti sia della filmografia wuxia, sia della prolifica produzione della nota casa Shaw Brothers, La 36ª camera dello Shaolin mostra un’energica e bellicosa dichiarazione d’intenti sin dalla sequenza dei titoli di testa, con un Gordon Liu efficace dispensatore di differenti specialità del kung fu. L’introduzione, legata al contesto storico della Cina del XVII e delle rivolte contro l’oppressione dei Tartari, è un semplice espediente per dare il via a un robusto e ben orchestrato compendio di arti marziali; il faticoso cammino di apprendimento, suddiviso in trentacinque “camere” dedicate a differenti discipline, è a sua volta metafora del cammino di crescita e maturazione dell’eroe che, diventato maestro, diffonderà il verbo del kung fu al popolo (la camera numero 36). Pellicola suggestiva nella forma, anche se fondamentalmente troppo referenziale, ostica nei contenuti per i non avvezzi a una peculiare forma filmica che unisce intrattenimento epico a contenuti di carattere filosofico/esistenziale tipici del mondo orientale. Il protagonista Gordon Liu vestirà i panni dell’inflessibile maestro Pai Mei in Kill Bill – Volume 2 (2004) di Quentin Tarantino. Incipit di una trilogia, proseguita, sempre sotto la direzione di Lau Kar-leong, con Ritorno alla 36ª camera (1980) e I discepoli della 36ª camera (1985).

Recensione da LonTake