DONNA E’ BELLO

 

Ottavia, moglie di un contadino comunista, Enea e madre di un ragazzotto mezzo scemo, Piero, avuto col padrone, è cameriera in casa di un conte fascista implicato nelle cosiddette “trame nere”. Assente il marito, in Russia per un gemellaggio, la donna ospita in casa propria dopo averlo scovato in una stalla, un giovane dinamitardo neofascista, Walter. Tra i due nasce un torbido rapporto sessuale. Un giorno arrivano, per incontrarsi col ragazzo, due dei suoi complici che dimenticano in casa di Ottavia, con certe pillole nutritive, altre mortalmente velenose (il povero Piero ne è la prima vittima). Poi gli eventi precipitano:

 

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Titolo originale: Donna è bello
Anno: 1974 I Paese: Italia
Regia: Sergio Bazzini
Attori: Andréa FerréolJoe DallesandroMarino Masé
 

 

Bazzini si rintana nell’inclassificabile, in quell’opalescente bolla ove grottesco e surreale si fanno beffe della simbolica, e dove inquietudine e amenità giocano a imitarsi vicendevolmente. Si sente la mano di un Agosti che con l’ariete della poetica si diverte a sfondare la porta suonata due volte dal postino, ma anche il nazional-popolare (la storia contemporanea rivomitata dai media; l’ost) vende cara la pelle, e a reggere i due moccoli c’è un’exploitation contratta che quasi mai scopre il proprio gioco. Alla lunga noioso, ma anche di una grande stranezza che intriga una scena ogni tre.
MEMORABILE: L’intro; Pietro falce e martello; “Le gambe sono molto importanti, sono la prima cosa che lui guarda”: letto da una ragazza mutila di arti inferiori
Recensione da Il Davinotti