Marca, chiamata da tutti La bambola, è una bella ragazza: vive con la madre Rossana e con l’amante di questa, che manifesta attenzioni nei suoi confronti e che la costringe a lavorare in una casa di piacere. Cerca di uscirne quando, tra i clienti, riconosce il suo professore, Manuel.

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Imbarazzante polpettone softcore del solito Grassia, che come di consueto non fa nulla per rendere più interessanti ambienti e situazioni, sempre squallidi e peggiorati da una fotografia piatta; i protagonisti sono nella media del genere e la meteora Cali (visibile in una manciata di film di quell’annata) è naturalmente tollerabile solo in virtù del ruolo da “bambola”, regalando numerose scene erotiche con stralci morbosi. Inevitabili le cadute nel trash, ma la noia regna comunque sovrana, con un inevitabile effetto soporifero dopo la metà.

Recensione da Il Davinotti