VIOLENZE EROTICHE IN UN CARCERE FEMMINILE [sub ITA]

 

Per la macchinazione di un governatore e della sua amante due giovani innamorati finiscono nel temibile penitenziario dell’isola del Diavolo…

 

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Titolo originale: Los amantes de la isla del diablo
Anno: 1972 I Paese: Francia, Spagna
Regia: Jesús Franco
Attori: Genevieve DeloirAndres ResinoJosiane Gibert
 

 

 

Una co-produzione della madrilena C. Fenix Films e della parigina Comptoir Français affida a Jesús Franco il controllo totale – soggetto, sceneggiatura e regia – del suo secondo WIP, dopo il massacrato 99 donne (1969). (Sto ancora studiando il genere, quindi non escludo possano esserci altri suoi film similari tra le due date.)
Presentato in Francia come Quartier de femmes e in Spagna come Los amantes de la isla del diablo, gira il mondo con il titolo anglofono Lovers of Devil’s Island e arriva sugli schermi italiani con il leggermente pretenzioso titolo Violenze erotiche in un carcere femminile.
Come capita spesso con i film di genere di quest’epoca, le date sono semplici numeri sparati a caso. Pare infatti che nei due Paesi che l’hanno prodotto – Francia e Spagna – sia stato distribuito nel 1974, mentre invece esordisce in Italia il 25 ottobre 1973: rimane dunque misterioso il vero anno di produzione, ma di sicuro nel 1973 il film è già proiettato, checché ne dicano le altre fonti che troverete in giro

Il meraviglioso tema musicale di Bruno Nicolai apre un film ingarbugliato, fatto esclusivamente di primi piani zoomati ossessivamente e di una trama che procede a ritmi alterni.
Emilia de Franval (Danielle Godet) è innamorata del figlioccio Raymond (Andrés Resino), rivoluzionario che organizza altri rivoluzionari, che inoltre è innamorato di Beatriz Coblan (Geneviève Deloir, oggi Geneviève Robert), ragazza concupita a livello maniacale dal potente Governatore. Quest’ultimo incastra sia Raymond che Beatriz per omicidio.
Passa il tempo e sul letto di morte incarica l’avvocato Linsday (Dennis Price) di riabilitare i due giovani innocenti: tramite un gioco di flashback ci viene raccontata la storia carceraria dei due. Ovviamente ciò che conta per questo ciclo è la prigionia di Beatriz.

Si potrebbe azzardare il desiderio di Franco di rifarsi degli ampi rimaneggiamenti subiti dal suo 99 donne e di rielaborarlo sotto un’altra forma. Sbrigate infatti le veloci pratiche di una trama raffazzonata di contorno, ripresenta le stesse situazioni del precedente film.
La bieca direttrice, la señora Cardel (Rosa Palomares), la detenuta ammalata, quella con le calze nere in mostra, l’amichetta spiona e via dicendo. E ovviamente Beatriz nel ruolo della nuova arrivata, la 99ª donna del precedente film.
Ci sono le divise provocanti che lasciano mezze nude le prigioniere, c’è l’immancabile catfight con mutande in mostra e la fuga: tutto secondo copione ma con molta meno ispirazione.

Bella l’evoluzione di Rosa (Josyane Gibert), che da spiona del carcere diventa l’unica a credere nell’innocenza di Beatriz, ma al di là di questo è un film che ho trovato molto noioso e nebuloso.
Non conosco molto Jesús Franco ma quel minimo che conosco di lui non mi dice nulla, quindi non mi esprimerò su un autore che invece è abbondantemente studiato.

Una scritta ad inizio film ci informa che la location principale del film è il Castello di Santa Barbara di Alicante, che effettivamente era usato come prigione ai tempi del dittatore Franco, malato e quasi morente all’epoca del film.
Esattamente cone per 99 donne, l’aver scelto un paesino balneare assolato dà i suoi bei frutti a livello di fotografia, confermando l’ipotesi che si tratti di un auto-remake.

Recensione da Il Zinefilo