WE’RE GOING TO EAT YOU [sub ITA]

 

Due uomini, catturati dopo un aspro combattimento da un gruppo di inquietanti individui mascherati, vengono condotti in un villaggio dove vengono praticamente fatti a pezzi: in realtà questo luogo è abitato da cannibali, un posto nel quale finisce suo malgrado anche l’agente governativo 999, a caccia di un pericoloso ladro di nome Rolex.

 

Il seguente video non fa parte del sito www.cinemazoo.it,
ma è solamente incorporato e presente su un’altra piattaforma..

 

⚠️​ sottotitoli tradotti dal team di Cinema Zoo ⚠️​

 

 

 

Titolo originale: Di yu wu men
Anno: 1980 I Paese: Hong Kong
Regia: Tsui Hark
Attori: Norman ChuKwok-choi HanEddy KoMelvin Wong

Uno Tsui Hark agli esordi (è il 1980) che già mostra quanto sia abile con la cinepresa. La costante scelta di inquadrature particolari, la velocità con cui gira ogni scena, l’estrema cura nella confezione ci confermano di avere a che fare con una prossima star del cinema asiatico. Che poi il film sia un guazzabuglio senza capo né coda in cui c’è molta più attenzione nei confronti della singola scena che non verso un’omogeneità generale, è altro discorso ed è difetto che spesso accomuna i film orientali. Qui, al centro dell’azione, c’è un villaggio abitato da cannibali che esultano ad ogni nuova preda catturata nel vicino bosco. Un agente speciale viene spedito lì per arrestare il loro capo (tale Rolex!) ma avrà un bel daffare a districarsi tra i pazzi scatenati (spesso coperti da maschere verdi in pelle) del luogo. Nuovi personaggi bizzarri emergeranno col passare dei minuti, mentre tra fughe improvvise, botte da orbi (non dimentichiamo che le arti marziali sono una componente fondamentale del film) e dialoghi di nessuno spessore, Tsui Hark prova soprattutto ad alzare vertiginosamente il ritmo. Lo splatter è presente in minima parte: le scene cruente sul tavolaccio dove finiscono le vittime destinate al pentolone sono girate magnificamente ma occultano quasi sempre i dettagli più sanguinosi. Più gore che splatter, insomma. Una sarabanda impazzita a tratti divertente ma che, in fin dei conti, mostra la corda molto presto finendo con lo sfibrare lo spettatore.

MARCEL M.J. DAVINOTTI JR.