UNA STORIA AMBIGUA

 

Siamo nel 1935: in una villa alla periferia di Roma vive Romano Guerrieri un gerarca stimato dal duce, sua moglie contessa Anna molto bella e insoddisfatta delle prestazioni amatorie del coniuge attratto più dal partito che dalle sue grazie; la figlia Marisa giovane ribelle che conduce una vita tutta sua con amiche poco raccomandabili e viziate come lei. La ragazza per ingannare il tempo, si esibisce spesso in provocanti spogliarelli nella sua stanza per la delizia del giardiniere della villa. La madre, che sa di questa mania, la lascia fare. A sconvolgere non poco questa famiglia abbastanza esuberante arriva dal sud Stefano, nipote di Romano, neolaureato in cerca di lavoro nella capitale grazie all’appoggio dello zio. Anna inizia a circuire il nipote in modo sfacciato e a provocarlo in mille modi mentre il marito del tutto ignaro è sempre più preso dalla politica. La figlia Marisa che si accorge delle manovre libidinose della madre approfitta per allontanarsi dalla casa e vedersi sempre più di frequente con la corrotta amica Titti e con altri in incontri erotici dove circola anche la droga.

 

Il seguente video non fa parte del sito www.cinemazoo.it,
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Titolo originale: una storia ambigua
Anno: 1986 I Paese: Italia
Regia: Mario Bianchi
Attori: Minnie MinoprioGabriele GoriBeba Balteano
 

 

 

Era rimasto qualcosa in sospeso, dal lontano 1986. Ricordo che un cinema a luci rosse in pieno centro città aveva in bella mostra i manifesti del film, rigorosamente vietato ai minori, mi pare di 18 anni, nonostante – una volta tanto – non si trattasse di un porno ma di un softcore. Succedeva che saltuariamente la programmazione si aprisse a pellicole non strettamente del filone, ad esempio ci proiettarono pure Il Ragazzo Della Curva B con Nino D’Angelo. Vabbè, direte voi, magari suppergiù il tipo di pubblico era lo stesso. In ogni caso, da allora mi è sempre rimasto in mente Una Storia Ambigua, “quel famoso film che proiettavano all’Italia…” e che chissà cosa aveva di speciale. Nel mercato dell’homevideo non è mai uscito in dvd, solo in VHS, tuttavia anche in questo caso ero ancora troppo giovane per prenderlo in considerazione. Finché (come direbbe Carlo Lucarelli) succede una cosa: la Minerva, detentrice dei diritti di -anta film succulentissimi, magari neppure mai editi, apre il canale Youtube Films&Clips e carica in versione “full” alcune di queste pellicole, tra le quali, indovina un po’, proprio Una Storia Ambigua. Bingo! Due le versioni, una “televisiva”, da circa 56 minuti, ed una integrale (che immagino durerà molto poco online, visti gli standard restrittivi di Youtube).

Bene, innanzitutto grazie alla Minerva per l’opera filantropica e meritoria di dare al mondo fotogrammi di cinematografia sepolta e arcana. Venendo al film, trattasi di erotico filo-samperiano ma che sceglie come ambientazione il ventennio littorio; impossibile quindi non vengano in mente anche le firme di BrassCavaniVisconti. Un nipotino oramai fattosi ragazzotto (Gabriele Gori) va a trovare lo zio romano, conte e gerarca (Pietro Gerlini). Lo zio vive con la moglie mignotta (Minnie Minoprio) e la figlia (Beba Balteano), che dalla madre ha preso le medesime inclinazioni. Da subito il nipote è preda delle attenzioni delle due donne di casa, che però si manifestano in opposizione; mentre infatti la Minoprio fa di tutto per irretirlo, la Balteano disprezza, anche se, come è noto… chi disprezza compra. Molto presto l’ingenuo putto si rende conto che in casa la più tranquilla ha bisogno di impacchi di ghiaccio ad altezza inguine per passare la nottata, e non ci mette poi troppo a capitolare con la matrona di famiglia. Dopo il fatto però la Minoprio assume un atteggiamento sprezzante, avuto il giocattolo tratta con sufficienza e scherno il ragazzo; ed è a quel punto che la Balteano subentra di gran carriera, mossa da “sincero interesse” (dimostrato però con i piedi per tutto il film), ma ricevendo a sua volta il due di picche. Gori giustamente realizza di essere finito in una casa di pazze infoiate ninfomani, riprende il treno e torna al sud. Alla Minoprio non rimane altro che consolarsi con il giardiniere, il quale d’abitudine si apposta alla finestra per vedere gli striptease delle contessine del Duce.

Ho volontariamente ridicolizzato un po’ la trama, lo ammetto, ma guardate che parlare di trama è una roba forte. Le paginette di sceneggiatura sono due, il nipote arriva, le donne se lo trastullano, il nipote torna al paesello. Stop. Questi eventi salienti sono infarciti il più possibile da dialoghi demenziali e pretestuosi, da lingerie in grande spolvero, e da “ciullate” di riempimento, a ulteriore testimonianza che per le due protagoniste ogni lasciata è persa. La Minoprio tenta disperatamente di far fare al proprio marito il suo dovere coniugale ma, da bravo fascista tronfio, sono più le parole che i fatti, e allora Minnie va persino in bagno, in solitaria. La Balteano invece, oltre a deliziare il giardiniere di cui sopra, si diletta con l’amica del cuore (una Manola D’Amato in formissimissima!), la quale a sua volta esegue pure lei spogliarelli in diretta per il vicino di casa e, all’occorrenza, giace lesbicamente con la Balteano sempre per i piaceri voyeuristici del guardone condominiale. Una Storia Ambigua ambigua non lo è per niente, poiché è assolutamente cristallino che tutto si risolva in una serie continua di accoppiamenti. Non siamo difronte ad un capolavoro di semantica ed approfondimento psicologico dunque; detto ciò, e interpretato il film nel suo contesto adeguato (un erotico di Mario Bianchi senza nulla a che pretendere, se non mostrare nudità ed amplessi, e con una ricostruzione storica non esattamente filologica), devo dire di aver gradito non poco l’epopea dei Conti Guerrieri.

La Minoprio è un unicum nel genere. La starletta televisiva gira pochissimi film in carriera e questo è l’unico un po’ bollente. Contemporaneamente a Una Storia Ambigua escono certi servizi fotografici su certi giornaletti che sono soliti leggere certi uomini; in quel periodo evidentemente la piacente Minoprio (44enne) ha bisogno di rilanciare la carriera come può, cedendo anche al déshabillié spinto, ma se ne pente all’istante, andando in tv al Costanzo Show, contrita, a chiedere perdono e a giurare che mai più sarebbe accaduto. Oggi, sul suo sito web, non esiste alcun riferimento tangibile a questo film, come non fosse mai esistito. Ripeto, non si tratta di una pellicola irrinunciabile nella storia del cinema italiano, ma alla fine di una piccante e divertente commedia erotica si. Di quelle fatte con budget modesti, attrici molto disponibili (almeno in quel momento storico), buon mestiere da parte del regista (del resto, Bianchi, una garanzia), e un bel vedere. Io poi avevo il valore aggiunto, dovevo esaudire quella promessa fatta a me stesso nel lontano 1986…

Recensione da Il Cineraglio