UZUMAKI

 

La storia del film ruota intorno ad una città colpita dalla maledizione delle spirali. Tale astratto concetto si manifesta in modi bizzarri, come persone che si trasformano in chiocciole o ragazze i cui capelli prendono il controllo della mente.

 

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Titolo originale: Uzumaki
Anno: 2000 I Paese: Giappone
Regia: Higichinsky
Attori: Eriko HatsuneFhi FanHinako Saeki
 

 

 

La spirale: un simbolo, una forma che nel corso dei secoli è stata al centro di accesi dibattiti e inquietanti misteri, rappresentazione di luoghi indefiniti, quali le galassie. Non è un caso se perciò a questa iconografia è stato dedicato prima un manga, e poi il corrispettivo film. Uzumaki è infatti tratto dall’omonimo fumetto, operazione non insolita nella terra del Sol Levante. Non sorprende perciò neanche il fatto che sia stato portato in Italia dalla Dynit, solitamente specializzata nell’importare anime o prodotti comunque ad essi correlati. Una pellicola naturalmente dedicata più ad un pubblico di appassionati, e ovviamente uscita direttamente in formato Dvd, a ben sette anni dalla sua realizzazione.

E’ difficile anche solo provare a raccontare la trama di questo film, poichè non ha un filo logico vero e proprio. In un piccolo paese del Giappone tutto è collegato alla forma della spirale. Legati ad essa cominciano ad avvenire strani suicidi, a tratti inspiegabili e violenti. Nuvole deformi si creano in cielo, e fenomeni inquietanti dilagano tra la popolazione. In mezzo a questo follia si muove la storia di una ragazza e del suo migliore amico, che verranno a contatto diretto con la maledizione, visto che questa colpirà proprio i loro genitori. E con l’aiuto di un giornalista cercheranno di venire a capo del mistero che ormai fa parte delle loro vite. In mezzo a tutto questo inoltre, a fare da sfondo alla vicenda, vi è anche la classica vita da college dei due giovani.

La spirale logaritmica ha delle proprietà del tutto particolari, infatti prosegue sia verso l’interno che verso l’esterno mantenendo sempre la sua forma. E’ un po’ il percorso compiuto da questo film, visto che alla fine si hanno le idee confuse come all’inizio. Non si chiarisce infatti nessuno dei dubbi e delle domande poste durante la sua visione, lasciando un po’ con l’amaro in bocca. Ed è un vero peccato, perchè il prodotto affascina e cattura per buona parte, scadendo però proprio al suo apice. Un’altra caduta di tono non da poco è dovuta alla svolta pseudo ironica presa negli ultimi minuti, con la comparsa di uomini lumaca, che rovina l’atmosfera orrorifica generata precedentemente. Personalmente non conosco il fumetto, ma presumo che la trama sia stata tratta per filo e per segno, quindi è una colpa che bisogna cercare all’origine e assolvere in parte la sceneggiatura della pellicola. Tralasciando perciò la storyline, cosa rimane di Uzumaki? Una regia discreta, con qualche buono spunto soprattutto nelle inquadrature, che a tratti cercano proprio di ricreare quel senso di spirale e di giro infinito, con secche svolte di camera, ma per il resto tipica degli horror giapponesi, solitamente lenta e con pochi momenti di vera suspance. Riuscito invece l’uso di una colorazione tendente al verde, capace di creare un alone spettrale sulle case e gli oggetti, e quindi di rendere in questo modo materiali le angosce dei protagonisti, mentre di qualità altalenante gli effetti speciali, siano essi nella trasfigurazione spiroidale dei corpi che nelle trasformazioni di alcuni dei personaggi. Poco curati anche i rapporti umani, sia in ambito familiare che puramente affettivo, ma forse questo non costituisce un difetto di particolare rilevanza, viste le tematiche trattate. Uzumaki profuma tanto di occasione mancata: una creatura affascinante rovinata da alcuni difetti che ne ledono la qualità complessiva, e che la confinano perciò alla ristretta cerchia degli appassionati del fumetto e dell’animazione giapponese in generale. Non è un horror, né un film di fantascienza e nemmeno uno school-movie; o meglio, è l’insieme di tutti e tre condensati in un calderone indefinito, proprio come una spirale.

Recensione da Cinema Everyeye