MEET THE FEEBLES [sub ITA]

 

Heidi L’Ippopotamo, star del popolare varietà “Meet the Feebles”, scopre che suo marito, Bletch il Tricheco, la tradisce. Nel frattempo, l’amore appena sbocciato tra altre due star del varietà è minacciato dal perfido Trevor il Ratto, che vorrebbe sfruttare il talento della giovane attrice.

 

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Titolo originale: Meet the Feebles
Anno: 1989 I Paese: USA
Regia: Peter Jackson
Attori: Donna AkerstenStuart DevenieMark HadlowBrian Sergent

 

 

 

Eccolo qui “Meet The Feebles” per me nettamente il più grande film partorito dalla mente di Peter Jackson.

Quando lo vidi per la prima volta ne avevo sentito parlare come parodia dei Muppets, parodia… Cercavo una parodia e ho trovato il film più crudo, nero, spietato e cruento di Jackson, altro che “parodia dei Muppets” quella è solo la base di partenza per creare la straniante ambientazione animata del film con protagonisti animali antropomorfi che dei Muppets sono una versione terribilmente umana all’ultimo stadio, perversi, criminali, tossici, depressi, maniaci, assassini, cinici, rassegnati. Qui la satira di Jackson è davvero violenta e feroce e assume contorni anche geniali a volte, raggiungendo vette espressive che il regista in futuro mai nemmeno si sognerà di ripetere.

“Meet The Feebles” è parodia estrema ed estremizzata, è un film che non ha alcun compromesso ne concede mai scampo allo spettatore costretto ad assistere alle azioni di queste versioni distorte di Kermit e compagnia, parodia spietata dell’essere umano e del mondo dello spettacolo, con personaggi che si muovono tra criminalità, disinteresse, perversioni, sesso sfrenato, tossicodipendenze.

C’è davvero di tutto: l’ippopotama super-star (che più dei Muppets riporta alla mente la versione depressa e psicotica della sua collega di “Fantasia”) fortemente instabile nei nervi e fragile nella vita sentimentale, nel finale i suoi nervi cederanno definitivamente… Il coniglio amante del sesso sfrenato malato di AIDS, la volpe direttore artistico e la sua canzone-apologia alla sodomia (momento straordinario quello), la rana lanciatrice di coltelli reduce del Vietnam e afflitta da grave tossicodipendenza, in costante crisi di astinenza; poi il tricheco produttore del “Meet The Feebles” in realtà spietato e cinico criminale che si muove tra lo spettacolo e la gestione di un traffico di stupefacenti senza contare il mercato dei film porno-snuff. Accompagnato dal guardaspalle bulldog e dall’infido e crudele ratto, il personaggio più chiaramente sadico, crudele e odioso del film (ma al contempo uno dei più riusciti e carismatici) spacciatore, stupratore, assassino senza alcuna morale. Questo trio probabilmente è il culmine e il centro dell’amoralità del film, i personaggi in cui sono concentrati tutti i lati del male di “Meet The Feebles”.

Poi lo straordinario personaggio della mosca giornalista, ritratto spietato e metafora perfetta di un certo giornalismo privo di scrupoli e umanità pronto a passare sopra la tragedia umana pur di ottenere uno scoop. Il personaggio del giornalista ritratto come una mosca, animale mangiamèrda per definizione, è semplicemente devastante, geniale. Costretta a soccombere a elementi ancor più privi di scrupoli rispetto lei (la scena della sua esecuzione è magistrale). Tra l’altro è perfetta anche per il ribrezzo che trasmette la mosca stessa con quegli insistiti primissimi piani poi…

Infine l’ingenuo e romantico riccio, personaggio tra i pochi positivi (come il bellissimo verme, anche) anche se nell’ambito degli eventi che coinvolgono la sua amata barboncina e il solito ratto bàstardo la sua ingenuità si rivelerà bigotta e irritante anche se tornerà presto sulla giusta strada. Altri personaggi positivi e al di fuori della cruda sporcizia rappresentata nel film sono la barboncina, il verme e l’elefante coinvolto in una disputa di paternità con una gallina. Nel momento di maggior pericolo e tensione del film, avrà uno slancio di sincero eroismo gettandosi a salvare il figlio infante (mezzo elefante mezzo gallina) durante la tremenda carneficina finale, rimanendo ferito.

Interessante notare come alla fine Jackson premi quei pochi personaggi positivi del film, lasciando in vita soltanto loro e risparmiando anche la volpe anche perché un inno alla sodomia in un contesto del genere può essere bizzarro ma certo lontano da tutte quelle crudeltà. Dopo tanta critica sociale spietata e satira feroce il finale da “In cùlo i cattivi viva i buoni” probabilmente fa tirare l’unico respiro di sollievo allo spettatore in tutto il film, ci sta dai.

Ovviamente l’eccesso e il grottesco sono talmente elevati che il film non deve essere troppo preso sul serio, come sempre con il primo Jackson. Soprattutto il finale molto sopra le righe è chiaramente caciarone e, anche, divertente (alla “Scarface” per capirci). Però se “Bad Taste” e “Braindead” erano chiaramente più comici/càzzoni che altro, questo è molto più crudo e drammatico pur nel suo essere eccessivo/grottesco/trashone.

“Meet The Feebles” è un film con dei pupazzi. Eppure è il film più serio, cupo e drammatico di Peter Jackson da un certo punto di vista. Perché è molto più reale degli altri due film, colpisce molto di più e di certo fa molto meno ridere. Non si prende sul serio, ma è molto più serio di qualsiasi altra cosa mai girata da Jackson. Estremo davvero, nel suo eccesso parodistico.

Sono tantissime le sequenze memorabili. Già solo l’apertura è notevole. Il primo momento in cui vedi il tricheco farsi la gattina/attricetta e mandare in crisi l’ippopotama. Il racconto flashback sul Vietnam della rana con citazioni stupende a “Full Metal Jacket” e soprattutto a “Il Cacciatore” con un bellissimo omaggio alla scena della roulette russa. Tutta la parte di trama sul narcotraffico, gli scambi, le esecuzioni e la parte finale strepitosa con il tricheco, il ratto e il bulldog che irrompono al porto e ammazzano tutti i trafficanti che volevano fregarli, uccidono un ragno gigante e poi, incontrato il boss rivale, una balena, gli entrano dentro la bocca con la macchina e gli riescono dall’ano. Pinocchio splatter. Splatterocchio.
Ma ci sono tantissime altre scene devastanti, alcune le avevo anche citate prima.

Poi arriva il finale, la sparatoria, la strage, il massacro ma non dico di chi, il come, è tutto da vedere. Per quanto eccessivo e grottesco questo è anche un momento, secondo me, fortemente tragico e drammatico, molto potente anche emotivamente (un grazie alle psicologie caratterizzate divinamente di tutti i personaggi i migliori che Jackson abbia mai scritto).

A quel punto ero così, inebetito e shockato con la mandibola slogata davanti allo schermo, ma che càzzo si è inventato Peter Jackson oh, mamma mia… Che roba. La sparatoria è diretta e pensata benissimo, una sequenza potentissima e disperata che non lascia scampo, non fa ridere (a parte un paio di gag della volpe) ti tiene in ansia per i personaggi e c’è pure la “sotto-sequenza” della resa dei conti finale contro il ratto maledetto prima aggredito dall’atto di eroismo e onore romantico del riccio e poi, finalmente, mamma mia che scena goduriosa. E che personaggione il ratto.

Questa parte finale è davvero la dimostrazione di come il pupazzesco, parodistico e grottesco “Meet The Feebles” sia molto più drammatico e oscuro che comico.

Per me è un film eccezionale, crudissimo, da non perdere per nessun motivo, mi piace davvero molto. Un capolavoro, un caso unico, particolarissimo, irripetibile soprattutto limitandoci alla filmografia di Peter Jackson.

Film che colpisce davvero, strepitoso e nettamente il suo migliore, per me. Godetevelo in lingua originale.

Recensione da Filmbscoop