THE GREAT YOKAI WAR [sub ITA]

 

Tadashi è un bambino di dieci anni i cui genitori hanno divorziato da poco. Insieme alla madre va a vivere nella casa del nonno, in un paesino dell’entroterra, lasciando il padre e la sorella a Tokyo. La nuova vita è tutt’altro che semplice, ogni giorno a scuola è vittima di soprusi, mentre a casa il nonno sembra perdere la propria lucidità. Una sera, durante una festa, una persona mascherata da drago lo sceglie come Cavaliere Kirin, eroe difensore della giustizia, l’unico in grado di maneggiare la spada custodita dal Grande Goblin. Nel frattempo in tutto il Giappone accadono strani avvenimenti, bambini che scompaiono e mostri meccanici che attaccano la gente. Si tratta del progetto di Kato, entità malvagia che intende distruggere la razza umana.

 

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Titolo originale: Yokai Daisenso
Anno: 2005 I Paese: Giappone
Regia: Takashi Miike
Attori: Kamiki RyunosukeSugawara BuntaMinami Kaho
 

Escursione nel fantasy per il versatile Takashi Miike,lontano quindi dai suoi abituali territori e in questo caso impegnato in un racconto di formazione destinato più che altro ad un pubblico giovane.
Tadashi è un timido ragazzino che durante una festa popolare viene eletto Cavaliere Kirin ,per tradizione paladino della pace e protettore degli uomini.Suo malgrado sarà davvero costretto a difendere l’umanità dalla distruttiva invasione di demoni che il rancoroso Kato sta per scatenare.
Da ciò che avevo letto mi aspettavo un ottimo film,invece non l’ho trovato particolarmente interessante.Trattandosi di Miike non mancano pensate sbalorditive e scene che rendono bene la maestria del regista,eppure “The great yokai war” stenta a conquistare fino in fondo.Si coglie una sceneggiatura sfilacciata e poco compatta,le scene madri sono abbastanza insipide e la computer grafica non è un granchè.Colpa forse di un budget modesto rispetto ai più rinomati kolossal,il fatto che anche il make-up dei vari demoni e degli yokai è fin troppo pacchiano.Il limite più grande però sta nella storia,nonostante vi siano riferimenti alla poetica ecologica e pacifista del grande Hayao Miyazaki non è assolutamente distinguibile la stessa profondità del messaggio e la stessa capacità di emozionare.Il maestro dell’anime è un chiaro punto di riferimento,non pensare alle creature de “La città incantata” o alle diavolerie meccaniche de “Il Castello errante di Howl” è impossibile,come del resto non cogliere gli omaggi di matrice steampunk.Il lavoro di Miike però ha poco spessore rispetto ai modelli di riferimento,anche per via di una presentazione loffia dei personaggi.Il regista predilige puntare forte sull’accumulo di creature e tradizioni tipiche del folklore nipponico risultando simpatico,poco altro.

Recensione da Filmscoop.it