ANGEL FIST – VENDETTA MARZIALE

 

Katara “Kat” Lang (Cat Sasson) è una poliziotta del dipartimento di Los Angeles, sua sorella Christy (Sibel Birzag) è invece una kickboxer che vive a Manila. Oltre ad essere una kickboxer è anche una reporter che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, fotografa infatti l’ omicidio di un importante graduato dell’ esercito americano da parte di un gruppo terroristico chiamato “Le Brigate Nere”. Prima che i terroristi la uccidano, la ragazza riesce a consegnare il rullino fotografico ad una sua amica spogliarellista.

 

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Titolo originale: Angel Fist
Anno: 1993 I Paese: U.S.A.
Regia: Cirio H. Santiago
Attori: Archi AdamosCatya SassoonRonald Asinas
 


Oh! Vendetta dolce vendeta! E con Cat Sasson e la sfilza di bellezze che ci presenta questo film stile arti marziali, la vendetta non può essere più dolce! La proposta di questo film è infatti finalizzata all’ accattivare l’ attenzione dello spettatore con sagaci e piccanti inquadrature di docce (con immotivati nudi integrali) e combattimenti tra belle donne agguerrite. L’ intera pellicola ruota attorno alla figura di Cat Sasson: attrice con una forte espressività del volto e con un fisico da Playmate con tanto di missili al posto dei seni. Playmate lo è stata per davvero, e lo si nota nella sua disinibizione verso la macchina da presa in disarmonia con un acting eccessivamente a senso unico, della serie “sono una bella gnocca, mi basta questo per essere la protagonista di un film“. Dettaglio non trascurabile, la Sasson è stata campionessa di kickboxing. L’ impianto narrativo vacilla parecchio in alcuni punti presentando dei buchi di sceneggiatura grandi come la Death Valley. Qualche esempio? La protagonista ci mette tutto il film a trovare una spogliarellista da due soldi mentre per trovare lei, non ci vuole nulla (e giù botte!). Poi ci sono i classici “ah ma quindi lui è un voltagabbana!” quando il personaggio ce l’ aveva proprio scritto in faccia. Roba da Rete 4. Roba da antologia del filmbrutto. Detto questo devo spezzare una lancia a favore di questa pellicola: lo scorrimento è simpatico e veloce, c’è una buona dose di entertainment e tutto quello che vorremmo vedere in un film di arti marziali non ci è privato (e in più ricordo i nudi integrali!). In contrasto con le belle ragazze della pellicola, abbiamo un’ esercito di bruttissimi uomini che infesta la nostra visione per tutto il munutaggio, tra filippini e ispanici non se ne salva uno, neanche il “belloccio” della situazione che c’ ha una faccia da culo da qui a Manila.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo