CARNALITA’ MORBOSA

 

Antonio (Enzo Andronico), pur se avanti con l’età gradisce circondarsi di belle ragazze, amiche della sua compagna Ester (Marina Hedman). Un piacere che a lungo andare gli costa un infarto. Per sua fortuna non mortale, ma sicuro invalidante per un buon arco di tempo. In poche ore la casa di Antonio si riempie di persone: Ester con le sue amiche Marilena e Anna; la sorella Nella e il nipote Ruggero e un altro nipote ancora. Tutti cercano Marco, il notaio incaricato di redigere testamento, per sapere le volontà di Antonio che danno ormai per defunto… festeggiando e facendo allegramente sesso.

 

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Titolo originale: Carnalità Morbosa
Anno: 1981 I Paese: Italia
Regia: Mario Siciliano (col nome di Lee Castle)
Attori: Sonia BennettAdriano BonfantiMarina Hedman
 

 

 

Indifendibile proto-porno italiano, di una tristezza infinita per quanto girato e interpretato male. Per non dire di una sceneggiatura che, sviluppata nel vuoto di contenuto, rende il film privo di sviluppo: ci si può tranquillamente assentare o fare altre cose, anche per lungo tempo, che non si perde nulla della (non) storia. Semplice, perchè gli autori non hanno nulla da dire. E anche nelle intenzioni di mettere in scena un un po’ di nudo (nella versione soft) o tanto pelo (in quella hard), il fallimento qui è totale: Carnalità morbosa (da non confondere assolutamente con il ben diverso Turbamento carnale di José Bénazéraf) è un film paradigmatico sull’antierotismo, per quanto volgarmente perso in battutacce di pessimo gusto e in un senso dell’ironia che sconfina nell’offensivo (le ripetute affermazioni di delusione, da parte di tutti, sul fatto che l’ammalato non peggiora). All’indelicato stile di regia, e alle recitazioni da teatrino scolastico, si aggiunge una colonna sonora a base di fisarmonica in grado di far crollare, definitivamente, il già scarso interesse verso i personaggi del film. Marina Hedman, all’epoca appena trentasettenne, dimostra almeno 10 anni in più e le due stelline di contorno appaiono sensuali quanto l’Olivia di Braccio di Ferro. Una versione indecentemente tagliata all’origine (dalla produzione, per farne copia adatta a tutto il pubblico) è spuntata fuori nel palinsesto di Mediaset (prima su Iris, poi Cielo e ora Cine34). Non c’è da meravigliarsi che Mario Siciliano, nella fase peggiore in assoluto della sua pessima carriera (in questo caso in pieno atto), abbia scelto di nascondersi dietro uno pseudonimo americaneggiante (Lee Castle), sostituendo quello italiano (Luca Delli Azzeri) adottato in circostanza di scadenti commedie ben poco sexy (cosette meritatamente dimenticate, tipo Una vergine in famiglia o La campagnola bella). Probabilmente, la tendenza di celare la propria identità dietro un nome d’arte italiano, è stata una pura conseguenza della consapevolezza del basso livello artistico raggiunto, persino nell’hard (Orgasmo non-stopOrgasmo esotico e via orgasmando). Caso unico nell’archivio dell’imdb, Carnalità morbosa non ha raccolto nemmeno uno straccio di voto.

Recensione da FilmTV