TUTTI DEFUNTI TRANNE I MORTI

Nel castello dei marchesi Zanetti arriva un tale con un libro su cui sta scritta una profezia: la morte di 9 membri della famiglia darà indicazioni per ritrovare un tesoro nascosto. In breve tempo il numero previsto passa a miglior vita: restano la marchesina Ilaria, il venditore del libro e un investigatore che non ci capisce niente. Per di più, ricompare vivo e vegeto uno dei defunti.

Link Imdb I Link Youtube
Lingua:

Titolo originale: Tutti defunti tranne i morti
Anno: 1977 I Paese: Italia
Regia: Pupi Avati
Attori: Gianni CavinaFrancesca MarcianoCarlo Delle Piane
 

Un venditore con i baffetti e il nasone di Delle Piane si reca nella magione della nobile famiglia Zanotti per cedere loro un librone in cui è contenuta la terribile profezia di cui sopra, che fra l’altro sembra sia già cominciata: il marchese Zanotti è morto e, viste le circostanze, giungono al castello anche curiosi e lontani parenti del defunto e un investigatore tonto, precisi precisi per far balzare gli ospiti ad un numero sufficiente perché la profezia si avveri proprio lì e vi si trovi un antico tesoro…

Dalla trama sembra un film giallo-horror, ma siamo decisamente fuori strada. Dopo aver firmato l’anno precedente il magnifico La casa dalle finestre che ridono, Pupi Avati subito sputtana allegramente il genere conducendo questo film lungo due vie, entrambe piuttosto ben fatte: una horror e una demenziale, due vie che, quando si intersecano, vanno a creare un risultato irresistibile. Tutti defunti…Tranne i morti può contare sulle migliori caratteristiche dell’Avati degli esordi (dissacrante, volenteroso, spaventoso) e su un bel gruppo di caratteristi, di cui alcuni sono i soliti feticci di Pupi: lo strabico Giulio Pizzirani, il simpatico nano Bob Tonelli, la bella Francesca Marciano, Gianni Cavina, a cui si aggiungono Carlo Delle Piane e “il professore” Michele Mirabella, tutti attori che contribuiscono in positivo alla caratterizzazione dei personaggi, senza contare l’assurdo personaggio di Donald, costantemente ammanettato per non incorrere nei pericoli di una feroce masturbazione…
Questo film non è esattamente Frankenstein Junior, di cui non possiede la vis comica, ma la classe e l’audacia con cui Avati mescola anche nella stessa scena il cinema orrorifico con battute e trovate grottesco-demenziali (pensiamo al phon-pistola, ma in generale a tutte le bizzarre uccisioni perpetrate dalla misteriosa figura in nero) giocano la loro parte.

“Eh già! Perché lui prima si è ammazzato, poi si è messo dentro la scatola. Poi magari si è incartato, si è scritto anche l’indirizzosi è portato alla posta, si è timbrato e si è spedito…Ma lo sa che lei è veramente un idiota?!”

Un prodotto atipico, coraggioso e poco fortunato da riscoprire, ben scritto, come La casa dalle finestre che ridono, a otto mani dai fratelli Avati, Cavina e il piduista senza collo. Indegna la recensione di FilmTV, che inserisce un grosso spoiler senza pietà. dramma con venature poliziesche e noir. La prima parte è lenta e l’azione assente. Ambientazione ricercatamente squallida in quartieri a luci rosse dove imperversano corruzione e pornografia: per una volta la droga viene miracolosamente esclusa. Il film si risolleva nell’ultima parte con discrete scene di azione, anche se non manca qualche ridicolaggine. Da vedere, ma nel genere si è visto di molto meglio.

Recensione da FilmTV