SCUOLA DI MOSTRI

Per impossessarsi di un antico, prezioso amuleto, si danno appuntamento in una cittadina degli Stati Uniti, tutti i mostri possibili: Dracula, Frankenstein, la Mummia, l’Uomo lupo e il Mostro della laguna nera. Mentre le autorità brancolano nel buio, una squadra di intraprendenti ragazzini sconfigge i mostri.

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Titolo originale: The Monster Squad
Anno: 1987 I Paese: U.S.A.
Regia: Fred Dekker
Attori: Andre GowerRobby KigerStephen Macht
 

Il cinema dell’orrore per ragazzi è sempre esistito. Anzi, si può affermare che il pubblico di riferimento dell’horror è formato in prevalenza da giovani e giovanissimi. A partire da film come I Was a Teenage Werewolf, l’accoppiata mostri e ragazzini ha portato torme di spettatori nei cinema di ogni parte del mondo.
Ma l’horror, se così possiamo definirlo, “per famiglie”, è un sottogenere che negli ultimi anni ha fatto una brutta fine. A parte alcune parentesi d’animazione (Monster HouseCoraline), è stato fagocitato dalla sezione paranormal romance e ha smesso di spaventare. Il PG13, che prima contraddistingueva certe produzioni, si è esteso un po’ a ogni film dell’orrore che speri di sbarcare in sale e di non finire dritto nel circuito home video. E film come The Monster Squad si sono persi in un passato glorioso in cui si veniva iniziati alla paura proprio tramite pellicole in fin dei conti innocue, ma comunque capaci di strappare qualche brivido ai più giovani. Certo, esistevano eccezioni che di innocuo non avevano proprio niente. Mi viene in mente Qualcosa di Sinistro sta per Accadere. E mi basta pensarci un istante per farmela addosso.
Ma di Monster Squad ho sempre avuto un ricordo affettuoso e divertito. Una di quelle pellicole che ti accompagnano durante l’infanzia e ti spingono ad andarti a cercare i film da cui hanno preso spunto. 

Fred Dekker in carriera ha diretto solo quattro film. Come sceneggiatore, è responsabile di quell’altro gioiellino di horror comedy per ragazzi di House. Mentre come regista ha all’attivo Night of the Creeps, che non si può fare a meno di amare alla follia.
A scrivere, insieme a lui, Monster Squad, troviamo niente meno che Shane Black. E si capisce per quale motivo A Scuola di Mostri (sì, il titolo italiano è ridicolo) funzioni così bene.
L’idea alla base del film è molto semplice: un bel cocktail di vecchi mostri Universal tutti insieme nello stesso film. Proprio come succedeva tra gli anni ’40 e ’50, quando bisognava spremere fino al midollo uomini lupo, mummie e vampiri e infilarli anche in improbabili storie con Gianni e Pinotto.
E così abbiamo il Conte Dracula, l’Uomo Lupo, la Mummia, il Mostro di Frankenstein (Tom Noonan) e il Mostro della Laguna Nera che si ritrovano tutti insieme ai giorni nostri per distruggere un amuleto, vulnerabile solo una volta ogni cento anni. L’amuleto ha il potere di aprire una specie di vortice in grado di risucchiare tutte le anime malvagie. Ma solo se una vergine reciterà una formula in tedesco, presa dal diario di Van Helsing.
A contrastare i mostri è un gruppo di ragazzini, tutti fissati col cinema dell’orrore, espertissimi di ogni tecnica per uccidere le creature soprannaturali, e che tengono le riunioni del loro club nella classica casa sull’albero.

Insomma, Monster Squad è il sogno di ogni bambino cresciuto guardando notte horror in tv: i mostri esistono davvero e tu, dodicenne sfigatissimo, sei l’unico che può sconfiggerli, salvando così il mondo.
Il cinema per ragazzi degli anni ’80 era molto particolare, molto diverso da quello a cui siamo abituati oggi. Erano film sicuramente nati per divertire e rassicurare, ma che non volevano nascondere le componenti macabre e paurose nella vita di tutti i giorni.
Monster Squad è quindi prima di tutto una simpatica (forse un po’ ingenua) avventura con protagonisti bambini, ma è anche una storia dell’orrore, che non risparmia dettagli splatter e scene piuttosto violente (l’esplosione del lupo mannaro, la morte del collega del padre del protagonista), oltre a giocare con i tipici terrori infantili, rivistati sì in chiave comica, ma comunque presenti.
Il concetto stesso di mostruosità, in Monster Squad, cambia radicalmente nel corso del film. I giovani cacciatori di mostri si vedono costretti a chiedere l’aiuto de “L’Abominevole Uomo Tedesco”, un signore solitario che vive in una grande casa un po’ diroccata e ha la fama di non starci tanto con la testa.
Si rivelerà una persona gentile, l’unico adulto disposto a dare retta a dei ragazzini che farneticano di esseri inesistenti e di apocalisse.
Perché lui i mostri li conosce bene, anzi. Si può dire che sia una vera e propria autorità in materia, dati quei numeri che ha tatuati su un braccio.
Scena, questa, affrontata con un pudore e una delicatezza davvero rari in una commedia adolescenziale che, in fondo, parla solo di licantropi, mummie e vampiri.

E che dire del mostro di Frankenstein e del legame che sviluppa con i ragazzi della squadra antimostri e soprattutto con la più piccola di loro?
Citando sia il classico di Whale che Frankenstein Junior, (e non solo, c’è anche una strizzata d’occhio a E.T.) Dekker costruisce un personaggio molto dolce, evitando quasi per miracolo il ridicolo e riuscendo addirittura a essere commovente.
Che poi, ci sarà di sicuro qualcuno pronto a definire Monster Squad un film buonista ed edulcorato, dalla morale facile e dal lieto fine scontato.
Come se ci fosse qualcosa di male a inserire una morale e un lieto fine in un prodotto per ragazzi.
La bellezza di Monster Squad sta proprio nell’equilibrio perfetto tra le sue varie componenti: una commedia di formazione dall’animo horror, dove si passa con facilità da siparietti prettamente comici, ad atmosfere inquietanti, fino ad arrivare ad attimi di tenerezza che servono a farci entrare in confidenza con i personaggi e a tifare per loro: padre e figlio che guardano Venerdì XIII parte 12 sul tetto di casa col binocolo per non pagare il biglietto, il piccolo Horace che scrive all’esercito e l’esercito gli dà addirittura retta, il delinquente della scuola che difende dai bulli “fat boy”.
Monster Squad è un film così anni ’80 che forse un dodicenne del 2013 potrebbe annoiarsi a guardarlo. Anche se non ne sono convinta. Molto probabilmente lo adorerebbe come me e lo rivedrebbe ogni volta con piacere.
Tra i film con cui crescere i propri figli. Senza scuse.

Recensione da Il Giorno degli Zombi
Grazie a Stefano Ercolino