SEXANDROIDE

Nell primo segmento chiamato La Dagyde una bella ragazza in discoteca si dirige verso il bagno e una volta giunta alla toilette, è vittima di un rituale vodoo che le causa un copioso dissanguamento. Nel secondo segmento Les Sexandroïdes, assistiamo ad una vera e propria sessione di tortura da parte di una specie di mostro zombi sadico che pratica delle perforazioni reali con aghi ad una malcapitata dark che però era stata avvisata in precedenza da una voce fuori campo rispetto all’ imminente rappresentazione teatrale dai risvolti ambigui. La terza ed ultima scena Avec la Compagnine vede un vampiro mordere una bella malcapitata che, una volta vampirizzata, diventa una ninfomane ballerina.

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Lingua: NO DIALOGHI
[la visione è riservata ad un pubblico maturo]

Titolo originale: Sexandroide
Anno: 1987 I Paese: Francia
Regia: Michel Ricaud
Attori: Daniel Dubois
 

Forse sono io che sono partito prevenuto ma una cosa del genere da un film chiamato Sexandroide non me la sarei mai aspettata. Penso sia del tutto naturale che ci potesse essere un robot femminile ninfomane, no? E invece questo mediometraggio amatoriale (formato da 3 corti) sembra più essere una macabra esibizione teatrale ripresa da un tele obbiettivo. Lo dicono le luci esageratamente forti, lo dicono le movenze dei personaggi ripresi (mai più di 2 per volta), i dialoghi inesistenti e lo dice l’inquadratura quasi totalmente fissa dell’unica scenografia dedicata per ogni scena. Il film è diviso in tre corti, tutti interpretati da Daniel Dubois. Il principale riferimento di questo video è sicuramente il Grand Guignol, teatro parigino fondato nel 1987 dove avvenivano rappresentazioni di tipo macabro e grottesco e dove gli attori mettevano in scena atti atroci e inenarrabili per provocare il pubblico. Chi ha una vena particolarmente sadica apprezzerà fortemente questo mediometraggio veramente assurdo e malato come pochi. La totale mancanza di dialoghi rende il tutto morboso e trasmette quel senso di underground che piace ai fanatici del genere. Gli altri ne stiano alla larga.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo