COSA AVETE FATTO A SOLANGE?

Tre ragazze sono state assassinate in un collegio cattolico a Londra e una era l’amichetta di Enrico Rosseni, docente di italiano e sposato. Riconciliatosi con la moglie, il professore indaga e capisce che al centro del caso c’è una misteriosa Solange che, insieme alle vittime, conduceva una vita sregolata. Prima di giungere alla soluzione dell’enigma vengono a galla altri segreti, uno meno edificante dell’altro.Appena sufficiente come “giallo” vero e proprio, il film denuncia chiaramente qual è il suo vero intento: accumulare esibizioni pruriginose delle minorenni perverse che frequentano il collegio.

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Titolo originale: Cosa avete fatto a Solange?
Anno: 1972 I Paese:  Italia
Regia: Massimo Dallamano
Attori: Fabio TestiCristina GalbóKarin Baal
 

Uno dei migliori gialli italiani. Torbido, morboso, disturbante, diretto da Massimo Dallamano nel 1972, sulla scia del filone inaugurato da Mario Bava (appunto, il giallo all’italiana) e proseguito da Dario Argento (ma anche da Fulci, Martino, Lenzi, ecc…). Il genere si differenzia dal giallo classico per molti elementi, come l’approfondimento psicologico dell’assassino, la ferocia degli omicidi, la violenza esplicita, la sessualità, l’atmosfera da horror. In questo film, nonostante la violenza non sia particolarmente esplicita, Dallamano riesce comunque a turbare lo spettatore (il singolare modus operandi dell’assassino si dimentica difficilmente, oppure la scena dell’aborto, girata magistralmente in un bellissimo bianco e nero, fa venire la pelle d’oca). Anche l’interpretazione di Camille Keaton, nei panni di Solange, è letteralmente inquietante. I personaggi poi sembrano tutti nascondere qualcosa, dal professore che ha una relazione con una ragazza del college, all’insegnante guardone, per arrivare al circolo di ragazzine libertine (che in parte ispirerà il successivo “La polizia chiede aiuto” di Dallamano). Insomma, un’ ottima prova del regista, che riesce a creare un buon crescendo di mistero e tensione nonostante qualche imperfezione della sceneggiatura. La fotografia è curata da Aristide Massaccesi, alias Joe D’Amato, mentre la dolce e malinconica colonna sonora è affidata al maestro Ennio Morricone.

Scritto da Alfredo Squillaro [Interzona]