KICKBOXERS – I GUERRIERI DEL DESERTO

In un mondo ridotto a un deserto dalla guerra nucleare, gli uomini sono organizzati in tribù. Mainframe (Gregg Douglas) e Wires (Don Nakaya Nielsen), due “gladiatori di città”, uccidono per vendetta Lyssa (Cynthia Khan), e condannano a una morte lenta il suo uomo, Amp (Dale “Apollo” Cook), anche lui un gladiatore. Questi riesce però a fuggire e a trovare rifugio presso una tribù che basa la propria struttura sul messaggio di amorevole convivenza della Bibbia. Qui incontra Wild (Cynthia Khan), che assomiglia come una goccia d’acqua a Lyssa. Ritenuto un potenziale pericolo dal capo tribù, dopo che si è ripreso, viene incoraggiato ad andarsene. Amp si mette in cammino, ma Wild lo segue, costringendolo a riportarla indietro. Al loro ritorno trovano però il pacifico villaggio distrutto da Mainframe e dalla sua cricca, che ha riconosciuto i segni della permanenza di Amp. Disperata, Wild vota la sua vita alla vendetta e, dopo essere stata addestrata alla lotta dal nuovo compagno, si unisce a lui con il proposito di eliminare il feroce gladiatore.

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Titolo originale: Eternal Fist
Anno: 1992 I Paese: U.S.A.
Regia:  Teddy Page (accreditato come Irvin Johson)
Attori:  Cynthia KhanDale CookDon Nakaya Neilsen |
 

La raffica con la quale queste pellicole venivano sparate queste pellicole negli anni ’80 e ’90 è veramente impensabile e oltretutto incredibile. Quantità elevate di cortometraggi che, la maggior parte delle volte, avevano come protagonista un vero artista marziale riciclato (nel vero senso della parola) in qualità (pessima) di attore. In questo caso, ci troviamo di fronte a una specie di clone di “Mad Max”, ma con la quasi totale assenza di veicoli, mentre al posto di essi troviamo tante e tante mazzate. Più che “Mad Max”, però, sembra più di star giocando a un videogioco, infatti il nostro eroe Amp per sconfiggere il suo arcinemico Wires. Adesso… non che io voglia denigrare qualcosa, perchè sapete quanto io ami questi film, che per me nel bene e nel male sono tutti capolavori relativi e incompresi, ma… se uno viene crocefisso (soprattutto se non si tratta di Gesù), intanto dovete spiegarmi come fa ad essere crocefisso per terra sulla sabbia e cosa ancora più importante devo ancora capire con quale potere divino i buchi sulle mani del nostro caro Dale Cook siano spariti. Dopo questo piccolissimo errore, andiamo finalmente a parlare di questo patetico avanzo di vhs, che nel cast, oltre a vantare brutt ceffi dalle facce indescrivibili, vanta anche di Cynthia Khan, attrice e ragazza (ai tempi) asiatica molto carina e soprattutto unica capace di recitare in questo cast di impossibilitati. Il regista di questo film, Teddy Page (che si cela sotto mentite spoglie di Irvin Johnson) è uno di quei registi (piuttosto carenti) finito nel dimenticatoio ed anche nel baratro, il quale, però, ai tempi d’oro, decise di cimentarsi solamente in film simili, cioè becerissimi action tutti di serie b, con i contraccolpi che rimandano ai bei tempi di Bud Spencer e Terence Hill. Certamente, come già detto, le mazzate non ci vengono affatto risparmiate ed anzi, occupano una buona parte del film, tant’è che, oltre ad essere trash, è anche ricolmo di combattimenti, quindi non ci annoieremo affatto. “Kickboxers – I Guerrieri del Deserto” è uno di quei prodotti creato non per far scalpore e nemmeno per essere paragonato ai film con Jean-Claude Van Damme, ma nasce, come dico sempre, per accontentare quel pubblico di nicchia (del quale faccio parte anche io) che gode nel vedere queste opere incomprese, che godono di una regia pessima, una fotografia improponibile (provate a capirci qualcosa quando combattono di notte) e di un comparto personaggi ridicolo. Spiccano, quindi, solamente nelle coreografie, in tutte le scene d’action in generale ed anche nel loro essere squisitamente e involontariamente trash. Se nei famigerati lungometraggi con il campione Don “The Dragon” Wilson i combattimenti ci venivano sparaflashati in faccia, qui proprio le luci sono assenti, infatti non ne vediamo neanche nel film, proprio nulla di niente, nemmeno un faro. Questa si chiama: povertà di risorse… anzi, povertà di tutto. Lo sceneggiatore di questo robo qui, tale Anthony Jesu (già il nome è tutto un programma), dovete sapere che ha avuto il (dis)piacere di sceneggiare solamente questo film, difatti la vicenda è ricolma di scelte che “WTF?!” sarebbe solo il preludio e di momenti che sfidano qualsiasi legge esistente. È da attribuire a questa pellicola, inoltre, il merito di avere alcune delle locandine più brutte di sempre distribuite per vari paesi specifici, che ora neanche ricordo. Il sapere di realizzare una roba del genere comporta sicuramente un pò di squilibrio nell’animo e nel cuore del regista, che a modo suo dunque ci propina uno dei mille miliardi di futuri post-apocalittici ovviamente fittizi. Non bastavano i post-atomici italiani, sono subentrati anche gli stranieri, naturalmente in primis gli americani, per assestare il colpo di grazia. Voglio adesso citare qualcuno e fare per lui una menzione speciale. Si tratta di uno dei combattenti in cui ci imbatteremo noi irriducibili spettatori e che adesso cercherò in qualche modo di descrivervi: è una specie di panzone simile ad un kebabbaro egiziano, ma per come è ridicolmente truccato sembra un cugino ancora più maligno di Papa Shango (ex wrestler dell’antica WWF) e che in testa porta un copricapo scuro, somigliante a quello che indossa il genio della lampada, amico di Aladino. Affidandosi alla sua mirabolante regia insulsa, Page cerca in tutti i modi di non rendere ridicolo questo inespugnabile (non più di tanto) avversario, ma fallisce miseramente nella sua impresa, perchè alla vista di questo grassone totalmente inutile le risate sono assicurate. Ribadisco a tutti voi che mi seguite che non smetterò mai di guardare queste perle dimenticate, perchè se non per un motivo, è per un altro che meritano almeno solo di essere riscoperte e riportate alla luce. Io ci provo scrivendi su di esse queste recensioni piuttosto inutili, ma è un qualcosa con il quale si può passare del tempo. Auguri a chi lo guarda!

Scritto da Giuseppe Rocca [Filmaniac]