LA MASCHERA DELLA MORTE

Una famiglia apparentemente modello ha in realtà un problemino: il nonno (Hy Pyke) professa un culto satanico e cerca di coinvolgere il nipotino Tommy. I genitori del bimbo cercano di opporsi, ma il tempismo non è dei migliori e l’esito è tragico. Tredici anni dopo, Tommy (Greg Scott) è in procinto di realizzare il suo sogno: la formale iniziazione al culto satanico. Un misterioso assassino mascherato comincia però a uccidere ferocemente.

 

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Titolo originale: Hack-O-Lantern
Anno: 1988 I Paese: U.S.A.
Regia: Jag Mundhra
Attori:  Hy PykeGregory Scott CumminsKatina Garner
 

 

 

Terribile horror proveniente dal sottobosco americano di fine anni ottanta. Hy Pyke interpreta il ruolo di un nonno non proprio sano di mente. Anzi. Il nonnino é un adepto di Satana in persona che vuole arruolare il nipotino Tommy nelle fila della sua personale setta diabolica di contea. Quindi che fa, prima di tutto regala un bel pentacolo al ragazzo, poi ne uccide il padre a martellate la notte di Halloween e infine riduce la povera madre a vivere in un clima di terrore. Salto temporale di alcuni anni. Tommy (Gregory Scott Cummings, una valanga di piccole parti nei serial Tv, Baywatch compreso) é diventato grande. E’ diventato pure un brutto ceffo. Il nonno vuole che il giovane entri nella setta in pianta stabile. Cominciano gli omicidi, compiuti da un misterioso uomo travestito da diavolo con tanto di forcone. Chi sarà mai? Diciamo che il film parte abbastanza bene. Questo possiamo concederglielo. Il fatto é che dopo deraglia di brutto. Ma veramente di brutto.

Mundhra é un maestro nel rendere il film inguardabile; le scene di omicidio sembrano girate al contrario, gli effetti speciali sono cialtronissimi e la scena del ballo renderebbe orgoglioso Al Adamson. Indifendibile dal punto di vista tecnico, l’operina ha però dalla sua la verve del vecchio Hy Pyke, attore dalla carriera altalenante (anzi possiamo pure dire costellata da alti e bassi paurosi, visto che il nostro prese parte pure a Blade Runner) che é protagonista della scena migliore del film, quella in cui, provvisto di uno spettacolare parrucchino, tenta di sedurre la madre di Tommy proprio il giorno delle nozze. Una scena del genere non ha prezzo. Da vedere assolutamente. Detto questo, gli appassionati di questo tipo di brutture sono avvisati. Gli altri no. Incredibile a dirsi, ma Jag Mundhra ha continuato a lavorare fino al 2011 (anno della sua scomparsa) nel mare magnum dei direct to video, regalandoci pure un Nikita terzomondista intitolato Natasha (2007).

Il film di Mundhra è approdato su vhs Multivision con il titolo La Maschera della Morte, con doppiaggio cagnesco e totale assenza dei rumori di fondo as usual, mentre conservo un buon ricordo della versione originale su label Legacy Entertainment, rated R, PB 57832, Full Frame e con audio di poco migliore della versione italiana.

Recensione scritta da Domenico Burzi [MalastranaVHS]