SCANSATI… A TRINITA’ ARRIVA EL DORADO

Duke vive facendo il baro e vendendo falsi elisir di lunga vita. Viene scoperto e quindi scappa verso Trinità. Il ras del villaggio, Eldorado, vive come un dio in mezzo ai suoi servi, e per derubarlo Duke chiede aiuto a Ringo e Juanita.

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Titolo originale: Scansati… A Trinità è arrivato El Dorado
Anno: 1972 I Paese: Italia
Regia: Diego Spataro (accreditato come Dick Spitfire), Joe D’Amato (non accreditato)
Attori:  Stelvio RosiGordon MitchellLuciano Conti
 

Trattasi di un simpatico, curioso e soprattutto (ovviamente) dimenticato spaghetti-western diretto da Aristide Massaccesi e Diego Spataro, che funge anche da produttore. Tuttavia, la regia venne firmata solo da Spataro con il suo pseudonimo principale, cioè Dick Spitfire e Massaccesi è accreditato solo in qualità di direttore della fotografia. Ci delizierà anche con una graziosa comparsata di qualche secondo nel film stesso. Uscito nel 1972, Massaccesi affermava in un’intervista che il nome del celebre personaggio interpretato da Terence Hill, “Trinità”, appunto, era stato copiato da questo suo lungometraggio. Buon tentantivo zio Joe, c’è solo un unico e piccolo errore: “Lo chiamavano Trinità” è uscito ben due anni prima, nel 1970. Detto ciò, andiamo al film in se. In Italia erano i periodi del tutto o niente e questo può essere definito uno dei tanti film di montaggio, seppur abbia delle sequenze geniali e sia diretto bene, con dei dialoghi che filano perfettamente. Poi è un western anche piuttosto trash e presto vi rivelerò il perchè. Allora, dunque… Jonathan Duke (Stelvio Rossi aka Stan Cooper), detto “Il Duca”, è un truffatore e gentiluomo, che si guadagna da vivere facendo il baro, passando il suo tempo con il suo fedelissimo amico e compagno d’avventure Sebastian Carter (Gordon Mitchell). Il Duca discende dà una famiglia di prestigiosi ladri e dopo una sua serie di fallimenti, Duke decide di attuare il colpo del secolo. Ma ai danni di chi? Ai danni di Eldorado (un fantastico Craig Hill), una specie di re matto, il quale, dopo aver compito imprese a dir poco legali, si è ritirato a vivere, ormai in pensione, nella cittadina di Trinità. Qui l’uomo gode di numerosi fedeli al suo fianco, naturalmente tutto l’oro guadagnato negli anni e poi il tocco di classe: un cavallo personale accessoriato con manubrio e specchietto, come se fosse una motocicletta Yamaha. Ed ecco che arriva il bello: a quei tempi esattamente la Yamaha dove esisteva? Solo lampi di genio da parte del grande Joe D’Amato che ci regala quindi momenti veramente trash come pochi altri. Per attuare la rapina del secolo, a Duke servirà una mano in più e allora recluterà un vecchio socio di suo padre, tale Ringo Jones (Amerigo Castrighella). Insieme ai suoi altri compari, Ringo dovrà aiutare Duke e Carter ad attuare la poco edificante impresa e per farlo, si serviranno ulteriormente di un’altra persona, una ragazza: Juanita (la bella Daniela Giordano), la quale pur essendo nipote dello stesso Eldorado, viene trattata da quest’ultimo come una schiava. Tuttavia oltre a vedersela con il ricco matto e i suoi soldati, Duke dovrà fare i conti anche con il vero Ringo Jones, ovvero un uomo sleale e senza scrupoli che, insieme ai suoi compagni, intende rubare e tenere l’oro per se non appena se ne presenterà l’occasione. Posso assicurarvi che ci troviamo di fronte ad uno spaghetti-western atipico, vieniamo infatti catapultati direttamente nella vicenda grazie ai meravigliosi titoli di testa, una sequenza a dir poco carina e allo stesso tempo geniale, nella quale delle mani davvero all’apparenza magiche eseguiranno numerosi trucchi di magia con le carte da gioco e in sottofondo potremo piacevolmente ascoltare la bellissima colonna sonora principale “Jesahel” dei Delirium, tema musicale perfetto per un film western. Battute iconiche: “ti alza i morale… si, ma ti schioda i molari”, insieme alla sceneggiatura dello stesso Spataro e di Romano Scandariato fanno si che questa pellicola sia un piccolo gioiellino del western all’italiana. Completano l’opera il faccione e la titanicità di Gordon Mitchell e soprattutto quella faccia di schiaffia e dagli occhi azzurri di Stelvio Rossi, noto anche e accreditato come Stan Cooper. Quindi un prodotto che probabilmente non vedremo mai in tv, ma che merita di essere riscoperto, così come tutti i film del grande Aristide Massaccesi, in arte… Joe D’Amato.

Scritto da Giuseppe Rocca [Filmaniac]