MONDAY

Un uomo si sveglia in una elegante stanza d’hotel, totalmente ignaro di cosa stia facendo lì. Lentamente riesce a ricordare gli avvenimenti del giorno precedente: un funerale, un incontro con la sua fidanzata, una sosta in un pub dove ha conosciuto uno yakuza e la sua bella accompagnatrice, una pistola nella sua mano…

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Lingua:  SUB 
Sottotitoli a cura di Devotchka (AsianWorld)

Titolo originale: Monday
Anno:  2000 I Paese: Giappone
Regia: SABU
Attori: Shin’ichi TsutsumiYasuko MatsuyukiRen Osugi

 

Ho visto questo film molti anni fa e scrivo questa recensione ricordandomi le sensazioni che ho vissuto al tempo della mia prima esperienza. Non volevo scrivere nulla ma nemmeno rischiare che questo film passasse nell’ anonimato. Mi sarei sentito terribilmente in colpa per non aver fatto nulla per introdurvi a questa pellicola del grande regista purtroppo-iper-sconosciuto che si firma come Sabu. Sabu è un personaggio che durante la fine degli anni ’90 ha scaricato una sequela di film fenomenali, brillanti, ironici, dinamici, frizzanti e artisticamente impeccabili tra i quali Drive, Dangan Runner, Postman Blues, Unlucky Monkey e questo turbolentissimo Monday (tutti questi titoli sono da recuperare assolutamente!). L’ attore feticcio di Sabu è Shinichi Tsutsumi (lo avete visto in Why Don’t You Play in Hell? di Sion Sono, il boss yakuza innamorato della bambina), un attore di grossissima caratura che si è ritagliato una grossa fama in patria e che qui, come nei sopracitati titoli, seduce lo spettatore dal primo all’ ultimo fotogramma con la sua mimica e il suo talento naturale. Questo film è, come tutti i film nipponici, una pellicola per chi ha occhi per guardare, e per chi è aperto a conoscere altre culture. Quelli che sono invece chiusi in un genere solo e vogliono vivere rassicurati da quei 2 elementi binari allora possono cambiare scheda-film immediatamente. Lo sforzo che c’è da fare per vivere al 100% questo Monday è, semplicemente, capire che i giapponesi non sono gli italiani. Non se ne fregano delle regole, anzi vivono per le regole, non se ne fregano delle formalità, anzi la loro vita è regolata da piccoli rituali e formalità che li conducono verso un sonno decente (almeno, quello è il loro desiderio). L’ essere iper-incanalati in formalità e modalità sociali rende esilarante ad esempio una delle prime scene, quella del funerale, dove nessuno sa bene come comportarsi davanti ad imprevisti imbarazzanti. Questo cinema, che personalmente adoro, è il cinema del primo Kitano, quello di Boiling Point per esempio, dove gli avvenimenti si susseguono come una slavina, senza che i giocatori in campo si immaginino quanto le loro azioni “fuori dal seminato” possano portare a conseguenze così esagerate. Tutto questo per dirvi, guardate assolutamente questo film e imparate altre vite.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo

Si ringrazia Silvia Kinney Riccò