ALL NIGHT LONG [sub ITA]

Tre ragazzi sono testimoni del brutale assassinio di una studentessa liceale per mano di un folle salaryman. L’ esperienza traumatica unisce i ragazzi che diventano amici. Qualche tempo dopo i tre organizzano una festa ma la situazione viene rovinata da dei teppisti che fanno parte di una banda locale. La fidanzata di uno dei tre ragazzi viene violentata, e gli amici preparano un piano di vendetta.

 

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Titolo originale: Ooru naito rongu
Anno: 1992 I Paese: Giappone
Regia: Katsuya Matsumura
Attori:  Eisuke TsunodaRyôsuke SuzukiYôji Ietomi
 

Film shock dal Giappone che si colloca in quella categoria di cinema estremo che oltre ad essere carico di violenza, trasuda inquietudine e angoscia da ogni fotogramma per il nichilismo rappresentato. Tre ragazzi assistono all’omicidio di una loro coetanea, barbaramente uccisa da un pazzo davanti un passaggio a livello. Questa esperienza lega i tre adolescenti, ognuno nel frattempo alle prese con la propria ricerca d’amore o sesso. Quando la ragazza di uno di loro viene violentata da una gang di teppisti, i tre mettono in atto una crudele vendetta. Matsumura, qui al suo primo film (con il quale vincerà il premio come miglior regista emergente allo Yokohama Film Festival nel 1993), dà prova di avere talento registico e gusto estetico, come dimostrano le ottime inquadrature. I personaggi si muovono in una metropoli grigia e insidiosa dove non c’è spazio per il candore e l’innocenza e anche i più buoni diventano bestie, abbandonandosi a perversioni e istinti brutali per necessità o per riflesso. Si può notare quindi la devastante riflessione del regista sull’essere umano nella società contemporanea. Individui alla costante ricerca d’amore, “anche solo per due ore”, come dice uno dei personaggi del film ad una ragazza (prima di vomitarle addosso per l’emozione in stile Stan di South Park), che devono fare i conti con la propria timidezza e le proprie insicurezze in un mondo veloce, freddo, indolente, in cui i più deboli vengono sottomessi. Matsumura inoltre mette in risalto i vizi e i capricci di una borghesia annoiata che vive nella violenza dove, a conti fatti, i buoni non esistono. Uno dei ragazzi si offre di aiutare il suo amico a vendicarsi degli stupratori, ma sembra sia una scelta dettata più dal desiderio di rompere la monotonia e sparare in faccia a qualcuno con la doppietta del padre, piuttosto che dal fare giustizia. Anche la gang di delinquenti è composta da giovani annoiati filo-nazisti dall’aspetto benestante, piuttosto che trasandato e scapigliato. Una gioventù bruciata a metà tra “Arancia Meccanica” e i teenager dei film di Larry Clark, ovviamente in salsa giappo. Lo splatter c’è, ma non in maniera goliardica o eccessiva; a disturbare di più sono la violenza cruda e l’atmosfera cupa e nichilista. Ci sono film ben più espliciti e sanguinolenti, ma non riescono a trasmettere lo stesso, profondo, disagio. C’è un buon ritmo e un costante senso di inquietudine, si ha sempre la sensazione che l’inferno sia dietro l’angolo e che ci si possa ritrovare da un momento all’altro. La sessualità è vissuta dai personaggi in maniera torbida. C’è spazio però anche per raccontare una breve, tenera, storia d’amore, con le passeggiate e le conversazioni dei due giovani innamorati timidi e ingenui. L’ultima mezz’ora invece si abbandona alla ferocia più totale in una sequela di stupri, fucilate e accoltellamenti, dalla vendetta si passa alla follia pura. Matsumura confeziona un ottimo prodotto, ben più complesso rispetto ai sequel che verranno, un’opera di tutt’altro spessore rispetto ad altri film gore orientali dell’epoca incentrati solo sullo splatter, lo shock visivo e la ricerca del proibito. Molto buona la fotografia, fredda, che enfatizza l’alienazione dei personaggi, e ottime le musiche, anch’esse calzano bene in ogni singola scena, spaziando da dolci ballate a sinistri riff di basso e chitarra che sembrano usciti da qualche horror italiano. Estremo.

Scritto da Alfredo Squillaro [Interzona]