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Un misterioso ragazzo di nome Arano (Chihara Junia) si aggira per le strade di Tokyo portando con sè una borsa sportiva dall’ ancora più misterioso contenuto. Vagando senza meta si imbatte in una gang yakuza con a capo il giovane Kamijo (Onimaru). Kamijo riceve l’ incarico di uccidere un’ altro yakuza che si comporta in modo scorretto, ma dentro di sè egli ha delle grosse riserve nel commettere un omicidio. L’ improvvisa apparizione del non-sano-di-mente Aarano gli procurerà alcune facilitazioni ma anche grandi complicazioni, poichè Aarano si rivela una macchina assassina che non conosce alcuna emozione, tantomeno il senso della pietà.

 

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Titolo originale: Poruno sutà
Anno: 1998 Paese: Giappone
Regia: Toshiaki Toyoda
Attori: Chihara JuniaOnimaruAkaji Maro
 

 

Toshiaki Toyoda non doveva essere una persona granchè serena all’ età di 29 anni. Non indagherò i motivi di questo ma molto probabilmente la sua esistenza in quel periodo si muoveva criticando ferocemente la società giapponese e il vuoto inesorabile che il post-boom degli anni ’80 aveva lasciato nelle identità dei giovani. Questo concetto di vuoto è espresso molto chiaramente tramite un’ infinità di simboli e tramite un’ atmosfera resa molto efficacemente. Protagonista assoluto di questo film è il disagio che accompagna il protagonista come uno stormo di corvi invisibili che aleggia continuamente attorno alla sua figura, o come se i raggi del sole non colpissero mai e poi mai il suo volto. Questo personaggio non prova emozioni, è appunto vuoto. Si rivela essere una macchina omicida perchè è appunto una macchina, esegue quello che deve fare senza porsi alcun problema. I giovani diventati strumenti e nient’ altro, il loro fine è la funzione stessa, come un omicidio che si commette in una manciata di secondi, non sono persone che possono permettersi di sognare e di fare progetti a lungo termine. Si interrogano poi sulla propria identità messa in discussione come un capo banda yakuza che non è in grado di sostenere il peso del proprio ruolo. Altro classica paranoia nipponica che troviamo di quando in quando. A livello registico questo film è molto poetico e ricorda quelle meravigliose atmosfere sognanti del primo Kitano o del primo Sion Sono. L’ azione in questo film non manca di certo e i fan di Tarantino si potranno crogiolare in scene di sparatorie sanguinose e repentine, non mancano certo i nostri amati momenti di follia japanese style. Per concludere un plauso a Toshiaki Toyoda perchè questo suo primo film è veramente un film ben riuscito che combina perfettamente action/crime a esistenzialismo, come nella migliore tradizione del cinema moderno giapponese. Colonna sonora da paura e attori tutti nella parte, anche quelle più secondari. Un gioiello da scoprire assolutamente!

Scritto da Il Guardiano dello Zoo