GRETA – LA DONNA BESTIA

Il governo dittatoriale di un Paese dell’America Latina combatte la resistenza mediante la creazione della clinica Las Palmas, nella quale vengono rinchiuse e torturate le ragazze sospettate di sostenere il movimento rivoluzionario. Abi Philips, decisa a far luce sulle malefatte della clinica, vi si fa internare con l’aiuto del dottor Arkos: nell’istituto la attenderanno soprusi disumani, ma anche aiuti inaspettati…

 

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Titolo originale: Greta – Haus ohne Männer
Anno: 1977 I Paese: Canada, Svizzera, Germania.
RegiaJesús Franco
Attori: Dyanne ThorneTania BusselierLina Romay
 

Appiccicato con forza al successo della saga dedicata alla nazi eroina Ilsa, questo film di Jesus Franco nasce unicamente dalla volontà di sfruttare le strabordanti forme di Dyanne Thorne, ancora effettivamente in buone condizioni nonostante, sui tratti del volto, si noti implacabile sia il segno del tempo, sia quello del chirurgo plastico. A onor del vero solo la versione inglese recita nel titolo il nome di Ilsa, perchè nella realtà la sexy carceriera della clinica lager che, nel film, ospita elementi femminili affetti da devianze sessuali, si chiama Greta, del resto anche in Italia il film uscì come “Greta, la donna bestia”. Di sicuro il personaggio interpretato dalla Thorne non è molto dissimile da quello che in tempi non sospetti diede fama e gloria all’attrice. In questo caso, l’operazione alimentare è soprattutto per Franco, che dirige e interpreta una piccola parte come medico rivoluzionario (o supposto tale) rinunciando a qualsiasi pretesa autoriale (ad eccezione di qualche felice intuizione visiva), di contro il risultato è decisamente più scorrevole di molte delle pellicole alle quali il maestro ci ha abituato negli anni, il montaggio è più serrato e la visione risulta decisamente piacevole, nonostante veleggi nell’aria il sapore della pura sexploitation ai limiti del trash.

Siamo in America Latina, in un paese dove probabilmente vige una sorta di dittatura che utilizza la clinica come centro di raccolta e tortura di giovani prigioniere rivoluzionarie. Tra queste una delle giovani cerca di fuggire, nella foresta viene inseguita da due guardie femmina armate di lunghissime spingarde e calzettoni da tennis, dopo qualche minuto si trasformano in due guardie maschio e qui annusiamo subito l’adorato aroma del cinema  weirdo. La fuggitiva si rifugia dal dottor Arcos (interpretato da Franco) che abita nelle vicinanze della clinica, ma la carceriera Greta la recupera immediatamente cercando di corrompere il medico. Quest’ultimo però sospetta qualcosa e indice una conferenza stampa per coinvolgere le autorità e aprire un’inchiesta. In realtà viene avvicinato dalla sorella della fuggitiva che gli rivela la sua intenzione di fingersi matta per entrare nella clinica sotto falso nome e scoprire cosa succede all’interno.

Qui la trama sembra in un certo senso omaggiare il bellissimo “Shock Corridor”di Samuel Fuller, anche se solo nelle intenzioni. Rispetto ad altri film della saga ilsiana qui perversioni e violenza sono decisamente sottotono, anche se la presenza di Lina Romay, musa sempiterna del maestro spagnolo, risulta interessante, soprattutto quando la protagonista viene costretta a leccargli il sedere subito dopo aver defecato. C’è anche la parentesi snuff movie gestita dal compare della giunonica Greta il quale si diverte a filmare torture e orgie ai danni delle povere carcerate e rivenderle a un losco imprenditore. L’ultimo filmino, quello più costoso, sarà paradossalmente la ripresa della morte di Greta, divorata selvaggiamente dalle carcerate. In quest’ultima scena Jesus Franco alterna i primi piani del pasto cannibalesco con sequenze di repertorio in cui un leone spolpa avidamente la sua preda. Una geniale intuizione che permette di limitare i costi degli effetti speciali e colpire ugualmente dallo stomaco dello spettatore.

Scritto da Il Dottor Satana [Odorama Exploitation Movies]