INVASORI DALL’ALTRO MONDO

Una coppia di adolescenti si apparta in un bosco con l’auto. Nel buio totale, improvvisamente i due sentono di aver urtato qualcosa e si accorgono che si tratta del corpo di un piccolo essere verdastro. Spaventati, fuggono e si dirigono a denunciare l’accaduto alla polizia. Ma nessuno tra gli adulti è disposto a credere a due ragazzini che parlano di extraterrestri. Si scoprirà che un’intera colonia di alieni è sbarcata da un’astronave nelle vicinanze…

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Titolo originale: Invasion of the Saucer Men
Anno: 1957 I Paese: U.S.A
Regia: Edward L. Cahn
Attori: Steven TerrellGloria CastilloFrank Gorshin 
 

Nato sotto l’egida di due colossi della produzione cinematografica di serie B come Samuel Z. Arkoff e James H. Nicholson, questo piccolo classico della Sci-Fi anni cinquanta è sopravvissuto all’oblio grazie al suo carattere iconografico, a dispetto dei contenuti decisamente effimeri. In realtà il film di Edward L. Cahn, regista ultraprolifico di cui ricordiamo sopratutto “Il mostro dell’astronave ” (se non altro per il contributo fornito a Alien), è una commediola leggera leggera di stampo teen movie, pienamente contestualizzato alle mode del periodo, con tanto di gruppi di coppiette che si rintanano con le loro belle auto d’epoca tra i boschi per sbaciucchiarsi, poliziotti scettici, il contadino burbero dal bicchiere facile ed altre macchiette classiche della cinematografia americana.
Vale la pena di ricordarlo se non altro per la figura degli alieni, caratterizzati dalla bassa statura, il testone a cipolla ripreso in seguito da “Mars Attack” e il fastidioso verso più simile al guaito di una nutria che a quello di una creatura interstellare. Però in “Invasion of the saucer men” c’è veramente tutto il compendio della sci-fi d’epoca, a partire dall’astronave/modellino dipinta con tanto di fiammelle da campeggio sul retro, giovani spensierati che si radunano in gruppo per fermare la minaccia aliena, luci e incontri ravvicinati, mani aliene che si insinuano nell’abitacolo delle autovetture e persino una mucca ghiotta di birra in lattina.
A completare tutto poi c’è un ritmo indiavolato nello sviluppo narrativo, una breve durata che comprime il succo ed evita dispersioni e buchi nella sceneggiatura, interpreti in ottima forma e, per l’appunto, tanta affettuosa nostalgia da parte dello spettatore moderno per queste piccole e sfortunate creature (per sconfiggerle bastano i fari dell’auto!) che alla fine vengono distrutte da una banda di pomicioni al chiaro di luna.

Scritto da Il Dottor Satana [Odorama Exploitation Movies]