BIO-COPS

Harry (Chun Lai) è un agente della CIA incaricato di occuparsi dello sviluppo di un virus segreto elaborato dai russi. Venuto a contatto col virus, Harry si trasforma in uno zombi senziente e pianifica di prendere il controllo dell’ intera Hong Kong mordendo a caso gli occupanti di una stazione di polizia dove è stato rinchiuso. Un gruppo di amici cerca di sventare il pericolo.

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Titolo originale: Sheng hua te jing: Sang shi ren wu
Anno: 2000 I Paese: Hong Kong
Regia: Wai-Man Cheng (accreditato come Steve Cheng)
Attori:  Stephen FungSam LeeAlice Chan
 

Ci troviamo davanti ad un tentativo da parte di Hong Kong di fare dell’ umorismo sul tema romeriano degli zombi, prendendo un po’ in giro Zombi, quello del supermercato per intenderci.Un film bizzarro dall’ inizio alla fine che ha dalla sua il costante non prendersi sul serio e reinventarsi di continuo, stravolgendo le regole del genere sempre mantenendosi sui binari dello zombi movie (gente sbracciata che cammina mugugnando, l’ amico che chiede di essere ucciso perchè si sta per trasformare in zombi, ecc…). Diciamo che questa creatività anarchica è una buona toppa ad un budget quasi inesistente che penalizza molto gli sforzi degli autori soprattutto riguardo al settore effetti speciali (nonostante sia un film di zombi il “gore” è limitato a persone ricoperte di sozzume o di sangue). Avverto subito chi sia in procinto di guardare questa pellicola che tutta la prima parte ha un sapore di commedia poliziesco / sentimentale, un po’ come quando Jackie Chan si deve sucare le noiose scene di sberleffi amorosi tra una sequenza action e l’ altra.In questa prima fase assistiamo ad un fenomeno particolare dove tutti i protagonisti sono maestri di saggezza popolare e il 70% dei dialoghi è composto da massime come “Le donne sono note per cambiare continuamente” o “L’ amore è cieco”, dopo un po’ la cosa diventa leggermente irreale ma a circa metà film comincia il vero splatter e possiamo continuare a mangiare pop corn senza che ci venga una sincope. Diciamolo, il film fa un po’ fatica a venire al dunque e in molte occasioni la sceneggiatura viene sparata da un genere all’ altro apparentemente per accontentare tutti i generi di pubblico. Fattostà che i buchi di sceneggiatura sono davvero enormi, non bastano tutte le dita di tutti gli arti per contare le incongruenze, tuttavia non ci si può aspettare altro da un film girato in due settimane e uscito al cinema la settimana dopo. L’ unico attore che merita non è certo il protagonista Wai Ming “faccia d’ angelo” Chan ma Sam Lee che ogni volta che entra in scena fa la sua porca figura!

Scritto da Il Guardiano dello Zoo