IL GRATTACIELO DELLA MORTE

A Barcellona il grattacielo progettato dall’ architetto Carolyn Page (Jenny Agutter) e sede della società Unicum, diventa teatro di una serie di uccisioni al limite della logica umana. Sarà compito dell’ investigatore Dennis Randall (Michael Moriarty) gettare luce su questo macabro mistero con l’ aiuto di un ricercatore del paranormale.

 

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Titolo originale: Dark Tower
Anno: 1989 I Paese: U.S.A.
Regia: Freddie Francis e Ken Wiederhorn
(accreditati entrambi con lo pseudonimo di Ken Barnett)

Attori:  Michael MoriartyJenny AgutterCarol Lynley
 

Il Grattacielo della Morte o come dovrebbe essere re-intitolato “Il Grattacielo della Noia”. Siamo davanti ad un qualcosa che stento a credere sia mai uscito nelle sale cinematografiche, anche se temo proprio di si. Il film tratta di un grattacielo infestato da un fantasma, di quale fantasma si stia parlando si capisce dopo il primo quarto d’ora. E’ proprio il tempo il metro di misura migliore da adoperare per recensire questo film. Proseguirò quindi nella recensione dividendo la pellicola in 3 blocchi temporali. Possiamo dire che tutta la prima ora (dal primo al 55 esimo minuto per l’ esattezza) è una sequela di dialoghi insulsi e per nulla salienti, riprese per cui l’ aggettivo “mediocre” è un vero e proprio eufemismo, e un paio di elementi che possono provocare l’ abbozzo di un sorriso nella faccia tipo statua di sale dello spettatore: il primo omicidio nell’ ascensore girato da cani dove più che morire sembra che la vittima abbia un attacco di diarrea, e il fatto che a film ampiamente inoltrato si scopre che il detective ha dei semi-poteri medianici (???). Il secondo blocco dura 20 minuti. Durante questi 20 minuti vediamo persone che girano a caso dentro ad un palazzo vuoto. Il terzo blocco è il climax del film, ovvero dove il fantasma si rivela e prende possesso di un pupazzo di gomma a forma di cadavere, dove chi deve finalmente morire muore e via dicendo. Il mio consiglio a questo punto è di guardare il film dal minuto 120 in poi. Qualcosa che accomuna tutti e tre i blocchi oltre ai dialoghi inutili e all’ estrema noia che può portare a forme barbare di suicidio, è la continua e fastidiosa presenza di musica a medio basso livello di volume. Un fastidio inenarrabile che è uguale solamente alla pessima qualità della stessa musica. Questo film dove il mistero non è affatto un mistero (dato che si intuisce tutto subito), ha un mistero. Perchè Freddie Francis ha accettato di girare un film così orrendo? Parte della risposta suppongo che si celi dietro al fatto che alla fine non l’ha veramente girato lui. Il maestro infatti ha abbandonato il film per non meglio definiti problemi di produzione (di solito vuol dire soldi), dietro alla macchina da presa subentrò poi Ken Wiederhorn , il regista de L’ Occhio Nel Triangolo quello coi nazisti zombi oltre che al mitico Il Ritorno dei Morti Viventi 2. Come ciliegina sulla torta la versione italiana “gode” di uno doppiaggi più piatti che abbia mai sentito.  

Scritto da Il Guardiano dello Zoo