HANSEL E GRETEL

Due bambini, Hansel & Gretel, vengono rapiti da dei commercianti di organi. Tornati come fantasmi, i pargoli si vendicano con i loro poteri sovrannaturali. Una poliziotta brasiliana indaga sul caso e capisce tutto ma è talmente cagna come attrice che sembra che per lei sia la cosa più normale del mondo che ad un certo punto spuntino dei bambini pallidi che dovrebbero essere morti o che qualcuno ha dipinto di bianco.

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Titolo originale: Hansel e Gretel
Anno: 1990 I Paese: Italia
Regia:  Giovanni SimonelliLucio Fulci (non accreditato)
Attori:  Elisabete Pimenta BoarettoLucia PratoGaetano Russo
 

Lucio Fulci presenta questo spreco di celluloide con una trama di mezza riga e una sceneggiatura fatta da un ritardato con l’ halzeimer alcolizzato. Il regista è il signor Giovanni Simonelli, penso un porta pizze che passava di li per caso da come questo film è stato girato. Ma che cosa vuol dire “Lucio Fulci Presenta” ? Per chi non lo sapesse questa produzione fa parte di un’ idea che ebbe il produttore Antonio Caminito e che propose a Fulci durante il suo periodo di pieno declino. Si trattava di un pacchetto di 8 film che dovevano essere girati tutti da Fulci, ma alla fine ne girò soltanto due di questi (Quando Alice Ruppe Lo Specchio, Sodoma’s Ghost e il film di recupero Un Gatto Nel Cervello ) e gli altri li lasciò a terzi, mentre in quello di cui parliamo in questa recensione, ci mise il mignolo della mano sinistra per qualche consiglio qua e là e qualche ripresuccia, ma sia ben chiaro che questo film è totalmente una puttanata unica NON degna del peggior film di Fulci (come appunto Sodoma’s Ghost e i sopra citati ). Il budget è talmente scarso che molte scene sono state girate e poi sono stati aggiunti i dialoghi in fuoricampo in opera di montaggio. I primi piani sono centellinati e la fotografia è peggiore di qualsiasi telenovela argentina. Il montaggio è quasi da premiare per la mancanza di vergogna di alcune scene soprattutto quelle dove compaiono i bambini morti con la lucetta rossa sugli occhi. Un tedio mostruoso lo aggiunge la canzoncina che vuole essere inquietante un po’ alla Argento, ma risulta essere uno spellamento scrotale e niente più. Più trash di così è difficile. L’ impressione espressa in questa recensione è più o meno l’ impressione che hanno un po’ tutti quelli che vedono questo film.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo

Grazie a Film&Clips