UFFICIO INVESTIGATIVO 2-3: CREPATE BASTARDI! [sub ITA]

 

un investigatore privato (Jô Shishido) in accordo col suo amico capo della polizia, si finge un malvivente ed entra sotto copertura in un gang che pare faccia il doppio gioco con le altre bande della città, lì incontra una creatura delicata che pare essere la donna del boss, ma più che compagna sembra essere la prigioniera.

 

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Titolo originale: Tantei Jimusho 23 – Kutabare Akutoudomo
Anno: 1963 I Paese: Giappone
Regia: Seijun Suzuki
Attori: Jô ShishidoTamio KawajiReiko Sassamori
 

 

 

In questo scoppiettante film del 1963, già proiettato nella sezione Storia Segreta del  Cinema  Asiatico alla 62ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e al Far East del 2005 in una retrospettiva dedicata alla Nikkatsu, un Suzuki meno visionario del solito ridisegna i confini del noir attingendo alla narrativa hard-boiled di Oyabu Haruhiko, come pure per Youth of the Beast, sempre del 1963: in comune c’è anche lo stesso attore, Jo Shishido (interprete anche di Branded to Kill) qui imperturbabile e buffa faccia da schiaffi, nei panni del piacente investigatore Tajima, dotato di una fantastica macchina sportiva, due collaboratori maldestri dagli occhiali a fondo di bottiglia, l’uno piuttosto tardo, l’altra innamorata della bottiglia, che lo assistono fedelmente, che scavalca elegantemente equivoci e ostacoli di ogni genere, tra gag umoristiche e sfrenati caroselli di macchine da scontro tra poliziotti e delinquenti, a caccia di gang della yakuza giapponese, fumando come un eroe godardiano sullo sfondo di un indiavolato traffico cittadino, distribuendo in egual misura schiaffoni e baci alle donne che incontra nel suo percorso ed estraendo sempre un istante prima del suo nemico l’arma d’ordinanza che il burbero ispettore di polizia Kumagai ha acconsentito a concedergli per tutta la durata della sua missione segreta, accompagnato dallo swing e ammiccando in occhiali neri agli ingenui sempre ingannati dai suoi acuti stratagemmi. Crepate, Bastardi! è una scritta rossa su una macchina incendiata e un intro jazz sui titoli di testa: un irresistibile fumetto, dunque, ma anche un’eccellente rivisitazione ironica degli stereotipi dei generi, sovente sottolineata dal ritmo sostenuto e brillante dei dialoghi (“la polizia non sembra così nei telefilm!” sbotta un personaggio) e dai tanti momenti di humor: il rito del gangster Matsuda abituato a schiaffeggiare vigorosamente la sua languida amante, sempre sospettata di adulterio e eternamente in vestaglia, per poi ricongiungersi con lei sotto lo sguardo del nostro detective che affiora dietro a un paravento; la caratterizzazione dei criminali di una delle gang, veri bifolchi da cartoon in camicia, ammassati sui loro furgoni, che gozzovigliano roteando ogni sorta di armi come in un musical, dai fucili alle pistole alle spade, e quella degli scagnozzi più eleganti del boss Datano, senza un capello fuori posto, di base in un night di ballerine che si esibiscono in colorati tip tap natalizi. Nel corso della sua attività di infiltrato presso una delle gang più potenti, coperto dall’identità fasulla dello spietato delinquente Tanaka, il nostro eroe riesce a trovare il tempo di trasformarsi all’occorrenza in un cabarettista lanciandosi in un balletto scatenato, utilizzare i suoi gadget da James Bond nipponico (un avveniristico registratore che copre ben 30 metri), inventarsi un tragico passato religioso e fingere la riappacificazione con un finto genitore, pastore di chiesa – in una delle scene più esilaranti del film, una funzione in cui riporta gli sviluppi della sua missione all’ispettore di polizia in un confessionale, e in cui il Boss sarà costretto suo malgrado a fare una donazione per la costruzione di un asilo nido – riuscendo sempre a farla franca grazie al suo acume e alle sue capacità recitative, tra cui nascondersi sotto le coperte come un bambino per prendere tempo di fronte al Grande Boss e salvare da un triste destino di amante la bella Chiaki: la femme fatale è in realtà una vergine innocente, anch’essa infiltrata e in cerca di vendetta, che finirà per restare al fianco dell’invincibile detective, assunta come segretaria nell’ufficio investigativo 23.

Recensione da Sentieri Selvaggi