Murat, un giovane dottore di origini turche, sposa una bellissima donna inglese di nome Mary. Dopo il matrimonio decidono di tornare nella terra natia di Murat, ovvero Cipro all’epoca ancora facente parte della Turchia. L’isola è abitata per la maggior parte da greci che mal vedono quelli che ai loro occhi sono nient’altro che invasori musulmani. Non appena Mary e Murat arrivano in paese un gruppetto di uomini inizia a disturbare la loro quiete e quella della madre di Murat.

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Non c’è molto da dire oltre quello che già si può immaginare dal titolo. Questo film è una chiara imitazione di Cane di Paglia di Sam Peckinpah, tuttavia decontestualizzato da suo significato originale e collocato in questioni geopolitiche che a Sam Peckinpah onestamente penso fregassero poco (per maggiori info andate qui). Kartal Yuvasi è infatti pure propaganda nazionalista dove i turchi interpretano il ruolo di vittime e i greci di animali feroci pronti a stuprare donne fedeli e non. Si perchè anche il fatto che la protagonista Mary sia inglese e non proveniente da un paese musulmano è fonte di spunto per lo sceneggiatore. Spunti a cui noi non siamo certo abituati, ma ci facciamo bastare la pesante impronta di una regia puramente exploitation. Il regista è un prolifico artigiano della messinscena, sicuramente non alle prime armi. Lo ricordiamo per Lionman e Fantoma Istanbul’da bulusalim tra le tente pellicole girate. Per concludere è sicuramente un film che, con la scusa della xenofobia, si permette di essere assai arrogante e lurido, per essere una produzione di un paese musulmano.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo