THE LAMP (LA LAMPADA)

Da secoli la Lampada, misterioso oggetto in grado di liberare orribili presenze maligne, cerca delle custodi che generazione dopo generazione possano scatenarne la potenza. Solo l’amore tra un padre e una figlia potrà contrastare l’incantesimo del bracciale che rende schiavo della malefica Lampada chi lo indossa. Ma la vittoria sarà definitiva?
Un classico film dell’orrore che vi farà sussultare sulle vostre sedie quando la Lampada si accenderà.

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Titolo originale: The Outing
Anno: 1987 I Paese: U.S.A.
Regia: Tom Daley
Attori: Deborah WintersJames HustonAndra St. Ivanyi 
 

A vederlo così, nei suoi 80 minuti e poco più, The lamp è un horrorino appena appena digeribile. Non si direbbe davvero che, nel suo taglio originale, il film di Tom Daley fosse un’opera intelligente e ironica, una sorta di horror parodistico dello slasher anni 80. The Lamp infatti durava ben 105 minuti e, a parte un dvd uncut giapponese, uscì dappertutto, Italia compresa,  con molti rimaneggiamenti. La nuova versione, voluta da un distributore che applicò i tagli e cambiò persino il commento musicale, fu gettata in pasto agli spettatori con un nuovo titolo (The outing) ottenendo critiche spietate. Destino sfortunato per un film che, a sentire chi lo vide nel suo originale montaggio, doveva essere davvero buono e che invece si è tramutato in un filmetto mediocre e di poco conto, notevole soltanto sul piano delle tette e del sangue. Dell’ironia tanto decantata non è rimasto nulla, siamo davanti ad uno slasher soprannaturale come tanti altri, serioso e a tratti pure un po’ cretino. E’ un vero peccato il film poi finisca quando comincia ad essere interessante, devastato dal nuovo montaggio che condensa le numerose morti sul piatto (8 ragazzi) ad appena 20 minuti dal termine. The lamp non eccede nel sangue anche se i delitti mostrati sono abbastanza feroci e fantasiosi (impalamenti, soffocamenti, smembramenti, teste girate a 360 gradi, cobra killer). Si denota una crudeltà di fondo inusuale per un horror teen, merito questo della sceneggiatura di Warren Channey, probabilmente una delle cose più stravolte dall’arbitrario nuovo montaggio. The lamp è un horror che non ha paura di essere scorretto: l’omicidio della custode della lampada a colpi di ascia, con tanto di materia cerebrale che schizza sulla parete, non è propriamene roba da educande così come uno stupro viene descritto in maniera eccessivamente realista per un horror di cassetta (uno degli attori ha persino una visibile erezione). Se gli interpreti sono indecenti, fortunatamente si salva il reparto effettistico: i trucchi sono molto buoni, tra tutti un genio che ricorda per fattezze i ciclopi de Il settimo viaggio di Sinbad e una mummia zombi di un certo impatto terrorizzante. Purtroppo non si può parlare di un Wishmaster ante litteram anche perchè per la maggior parte del tempo il genio è una figura invisibile nè più nè meno come gli assassini dei vari slasher di quegli anni. Quindi tutta la rava e la fava dei desideri viene sciorinata malamente solo nel finale, non avendo spazio sufficente per essere espressa nella maniera più incisiva. Di un certo impatto le scenografie e una cura non superficiale nei dettagli della messa in scena (la lampada magica tra l’altro è davvero inquietante), segno che in origine non si trattava proprio di un horror usa e getta, come d’altronde testimoniano alcune finezze nella regia. Peccato essere impossibilitati a capire cosa The lamp potesse essere in quei 18 minuti mancanti per rivalutarlo completamente. Oltretutto la versione vulgata ha un finale incomprensibile e un sottofinale ancor più criptico che a tutt’oggi è aperto a mille interpretazioni peggio di un Lynch. Che senso ha far finire il film su un camion della Pepsi? Il rumore delle casse vuole essere lo stesso del bracciale attira demoni? Si ma allora perchè la protagonista fa quella faccia? E chi si inchina ad una statua gigante dopo i titoli di testa? Il guardiano che cantava Figaro? Ma non era morto? Aiutoooooooooooooooooooo!

Recensione da Malastrana VHS