IL CERVELLO CHE NON VOLEVA MORIRE

 

 

In un laboratorio situato nella popolosa città di New York, il chirurgo Bill Cortner mantiene in vita la testa della sua fidanzata Jan, decapitata in uno spaventoso incidente stradale, con l’intenzione di procurarsi un corpo sul quale trapiantarla. Il dottore non è nuovo a pratiche del genere: esperto in trapianti, ha già dato vita ad un mostruoso uomo artificiale – da tempo recluso in una stanza segreta – e, adesso, grazie ad un sofisticato sistema di cavi elettrici, teche protettive e soluzioni chimiche, sa che il cervello di Jan ha piena coscienza della situazione, anche se lo supplica di lasciarlo morire.

 

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Titolo originale: The Brain That Wouldn’t Die
Anno: 1962 I Paese: U.S.A.
Regia: Joseph Green
Attori: Jason EversVirginia LeithAnthony La Penna
 

 

Recuperato in America grazie all’irriverente apporto del Mistery Science Theatre 3000, questo piccolo gioiello della science fiction di serie Z avrebbe meritato più attenzione rispetto a quanto ne abbia mai ricevuta. Purtroppo l’abbondanza di scene crude e i voluti ammiccamenti sessuali contenuti nella pellicola erano probabilmente troppo avanti rispetto ai gusti del pubblico e, proprio per questo, il film del duo Joseph Green e Rex Carlton ebbe non pochi problemi di censura. Eppure, nonostante la trama delirante non sono pochi i momenti memorabili, primo fra tutti la sequenza dell’incidente d’auto in cui Jan, la fidanzata del dottor Bill Cortner (Jason Evers), viene decapitata. Un sapiente montaggio di ardite inquadrature da tutti i punti dell’autovettura, alternate a rapide frecciate ai cartelli stradali che portano inesorabilmente alla catastrofe. Un momento di vero cinema che ci introduce degnamente nel delirio puro.

La trama, a grandi linee, vede questo giovane chirurgo che sogna di sperimentare il trapianto di cervello, l’occasione avviene proprio con l’incidente dove (altra sequenza memorabile) vediamo in primo piano la mano di Jan in mezzo alle fiamme e Bill che avvolge la testa nella giacca e fugge verso il suo laboratorio dove lo attende Kurt il suo aiuto medico dal braccio atrofizzato e una mostruosa creatura che viene celata dietro ad una stanza blindata. Qui la testa di Jan viene posata in una baccinella dove una pompetta la irrora costantemente di sangue e…sorpresa! Jan apre gli occhi e, nonostante non abbia polmoni, inizia a parlare con una voce a tratti inquietante ed uno sguardo satanico (Ottima comunque l’interpretazione facciale di Virginia Leith). Mentre Bill va in giro a caccia di spogliarelliste e fotomodelle per recuperare un corpo su cui applicare la testa, Jan inizia a stabilire un rapporto mentale con la creatura fino a controllarla totalmente ed usarla per uccidere Kurt.

Frattanto Bill irretisce una modella sfregiata con la promessa di una plastica facciale, la droga e la porta nello studio dove trova il cadavere di kurt al quale il mostro a staccato un braccio. La testa scatena il freak deforme (dal trucco veramente efficace) contro bill in un epilogo tutto fuoco e fiamme dove l’essere fugge con la ragazza in braccio, bill giace morto e la testa, ghignando gli dice “Ti avevo detto di lasciarmi morire”. Orgogliosamente bizzarro e weirdo, The Brain è un film che funziona, nonostante qualche eccesso descrittivo di troppo, proprio per il suo forte impatto visivo, debitore in parte del cinema di HHerschell Gordon Lewis ma a tratti quasi sperimentale, sicuramente avanti anni luce rispetto alle produzioni di quegli anni. Quasi sicuramente la sequenza di Jan in the pan, col sangue nella bacinella a mantenerla in vita ha ispirato il capolavoro di Stuart Gordon  Re-Animator . Da vedere e adorare con rispetto.

Scritto da Il Dottor Satana [Odorama Exploitation Movies]