CONTON [sub ITA]

Goh è un appassionato di modellini di mostri e ha un lavoro part-time presso un set cinematografico. Ha una fidanzata premurosa che non sà che Goh si trova in un mare di guai, dovendo molti soldi a degli strozzini e ad una gang che lo ha intrappolato in una truffa. La vita di Goh, come se non fosse già complicata da sola, è tempestata da incubi terrificanti dove alcuni mostri orrendi si danno battaglia fino ad invadere la sua realtà.

 

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Titolo originale: Jûshin densetsu
Anno: 1987 I Paese: Giappone
Regia: Takuro Fukuda
Attori: Kazuhisa Kawahara
 


Conton
è un mediometraggio di 45 minuti basato sulla dicotomia sogno / realtà su cui filosofeggiava Zhuangzi nel 4° secolo Avanti Cristo. Il concetto in due parole è è “sono io che sto sognando di accarezzare il gatto o è il gatto che sta dormendo e sognando che io lo accarezzi?”. Questo è molto probabilmente un mero pretesto per creare una sorta di dimensione parallela popolata di mostri che si sfidano tra di loro come negli anime e come nelle serie tokusatsu giapponesi come Ultraman e Ultralion. E qui veniamo subito al sodo. Gli effetti speciali di questo film sono in pratica l’unico aspetto per cui vale assolutamente la pena la visione. La trama lascia il tempo che trova ed è anche mal scritta a mio avviso, con una linea di narrazione parecchio sconclusionata e una regia pessima. Takuro Fukuda (il regista) non è un regista di talento, questo è infatti il suo primo e unico tentativo di dirigere un film, come sceneggiatore ne scriverà  invece una decina negli anni a seguire, tutti sul tema supereroi e supermostri. Le varie soluzioni per mettere in scena gli fx a volte sorprendono sul serio come il nostro protagonista che si ritrova solo davanti allo specchio a stare malissimo (una citazione da Tetsuo: The Iron Man forse) e stracciare un liquido denso nel lavandino da cui poi fuoriesce un volto umanoide che apre la bocca per lasciare spazio ad una creatura vermiforme che sembra in tutto e per tutto un Alien allo stadio promordiale. Da citare anche la scena della trasformazione finale che cita abbastanza palesemente Un Lupo Mannaro Americano a Londra. Purtroppo di questo film si trovano unicamente sporchissimi vhs rip ma è già tanto che esistano i sottotitoli dato che si tratta di un prodotto semi amatoriale destinato unicamente al commercio delle vhs naturalmente. Va visto sicuramente per completezza e farà molto felici gli appassionati di mostrazzi plasticosi ed effetti speciali tutt’altro che in cgi. La colonna sonora anni ’80 tipo synth fa il resto.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo