LE MANIE DI MR. WINNINGER OMICIDA SESSUALE

 

Adolf si trasferisce dall’Inghilterra in Germania per prendere possesso di un castello ereditato da un discendente del barone Winninger, nei cui sotterranei sono sepolte le salme del nobile capostipite e della moglie. Raggiunto dalla compagna Susan, mentre si trova al maniero Adolf vede indirizzarsi contro di lui i sospetti della polizia in merito a una misteriosa scia di delitti, iniziata comunque prima ancora del suo arrivo. Ovviamente l’ispettore incaricato del caso non vuol sentir parlare di vampiri, ma Adolf è di parere contrario…

 

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Titolo originale: El vampiro de la autopista
Anno: 1971 I Paese: Spagna
Regia: José Luis Madrid
Attori:  Charles McCrannBeverly ShapiroDennis Helfend
 

 

La Spagna dei primi Anni ’70, spesso in compartecipazione con altre nazioni (l’Italia in particolare) dava sfogo ad una cinematografia copiosa, non di rado di scarsa qualità ma decisamente immersa nei generi. Il western, l’horror e il giallo (e le inevitabili combinazioni di questi ultimi due) sono stati i due generi più praticati e quasi tutti i registi del periodo -nel bene e nel male- hanno affrontato l’argomento. Così è accaduto anche a José Luis Madrid, che realizza alcuni film esportati anche in Italia (oltre a questo, il successivo giallo 7 cadaveri per Scotland Yard). Le manie di Mr. Winninger omicida sessuale (in origine El vampiro de  la autopista) esce da noi nel pieno del giallo alla Dario Argento, con una confezione (titolo e manifesto) che tenta di nascondere il contenuto gotico e horror del film, spacciandolo per giallo.

In realtà, a parte il primo quarto d’ora, il film finisce per essere terribilmente scontato. A nemmeno mezz’ora di tempo ce lo racconta, per intero e con dannoso effetto spoiler, proprio il medico legale, facendone praticamente una sinossi. Fatto salvo una dose di erotismo che, per l’epoca, doveva apparire piuttosto audace (con donnine spesso svestite a mostrare seni e capezzoli, anche belli turgidi), l’elemento giallo viene azzerato dalla citata rivelazione mentre il lato macabro è attenuato da una forma di censura (quanto propria non è dato sapere visti i diversi salti di pellicola) che cela qualunque delitto. Quel che ne resta è un -raro caso- film horror sui vampiri, che non mostra nemmeno una goccia di sangue. Oggi assolutamente datato e visibile solo partendo dal presupposto che opere di questo tenore avevano un senso (erotico) per l’epoca. Ai nostri giorni quel “senso” è decisamente slittato, con deriva di buongusto e mancanza di rispetto, altrove (Internet).

Recensione da FilmTV

 

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