ELECTRIC DRAGON 80’000 V.

Dopo aver subito molteplici trattamenti di elettro-shock, Dragon Eye Morrison (Tadanobu Asano) ha ormai sviluppato la capacità di essere un potente conduttore di elettricità. Morrison lavora come cacciatore di rettili e sfoga la sua rabbia suonando una chitarra elettrica. Mentre Thunderbolt Buddha (Masatoshi Nagase) è un riparatore di televisioni convertitosi in vigilante. Anche lui ha è dotato di incredibili poteri di conduttività elettrica a causa di un incidente avvenuto durante la propria infanzia. Lo scontro tra i due su un tetto di un palazzo di Tokyo, è inevitabile.

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Lingua:  SUB 

Titolo originale: Erekutorikku doragon 80000V
Anno: 2001 I Paese: Giappone
Regia: Gakuryû Ishii (Sogo Ishii)
Attori: Yoshiki ArizonoTadanobu AsanoMasakatsu Funaki
 

Electric Dragon 80.000 V è un film giappponese del 2001 (per essere corretti è un mediometraggio visto l’esigua durata: 55 minuti) diretto da uno dei 3 padri dell’ultima New Waye nipponica ossia Gakuryù Ishii, meglio noto como Ishii Sogo; lui (insieme a Kiyoshi Kurosawa e Tsukamoto Shin’ya) ha riportato -anni 80- qualità in un cinema locale in difficoltà in concomitanza con lo “scoppio della bolla”, poi dopo loro 3 sono emersi altri illustri colleghi come Kitano,Miike, Kooreda, ecc……..

Già dall’eccentrico titolo è possibile capire lo stile del regista; una personalità che fin dagli esordi si è distinta per non rispettare modelli dominanti; si parte dalla scelta del binaco e nero, alcuni di voi potrebbero, giustamente, trovare un legame con Tetsuo di Tsukamoto (Tetsuo è un vero e proprio film di denuncia sociale , capolavoro, mentre il film di Sogo  è sicuramente più leggero e meno critico) tuttavia è proprio quest’ultimo ad essersi ispirato a Sogo, infatti l’auote in esame con questo film ritorna alle origine riproponendo parte degli elementi di uno stile da lui amato, il chase-movie,tradotto a grandi linee come film ad inseguinento.

Il film se visto con poca attenzione potrebbe risultare solo ed esclusivamente un’opera stravagante, originale ma vuota; in realtà è più profonda di quanto sembri (certo non stiamo parlando di un capolavoro come il già citato Crazy family); già dai primi minuti l’autore propone un raffronto tra uomo e animale all’insegna dell’istinto (qui ritroviamo una tematica cara al grande Imamura, esponente di spicco della Nouvelle Vague nipponica):

«come possiamo impedire al nostro istinto animale di esplodere?»

Inoltre fantascienza e realtà convivono sullo stesso piano; i fatti avvengono nella Tokyo odierna, a a tal porposito troveremo una serie di inquadrature molto simboliche dove tutti gli abitanti sono di corsa ed attaccati al loro cellulare, quindi una velata critica alla società contemporanea (tematica ben sviluppata, ad esempio, da Tsukamoto).

La regia è molto ricca, tra cui segnalo diverse chicche:

-svariate oblique dal basso che servono per evidenziare la forza del  protagoista; l’auore propone, nel film, questa scelta per la prima volta subito dopo che il protagonista ha imparato a controllare il suo immenso potere (protagonista interpretato magistralmente da Tadanobu Asano, attore famosissimo in patria)

-ad un certo punto del raccanto, il nostro “eroe” subirà un secondo grande trauma, a questo punto il regista posiziona l’attore sul carrello della macchina da presa e lo fa muovere su di esso tramite oggettiva frontale (tecnica di altissima scuola amata, ad esempio, dal regista americano Spike Lee, Inside Man vi ricorda qualcosa ?)

-narratore (voce fuori campo) a dir poco stravagante, soprattutto nell’annunciare i protagoisti (qui è evidente il richiamo alla televisone e ai manga/anime, il regista dopo tutto appartiene a questa generazione)

-pochissimi dialoghi e colonna sonora alquanto particolare.

In conclusione Elertic Dragon 80.000 V è un ritorno alle origine di uno dei registi più innovativi e visionari del panorama asiatico e non solo (sfortunatamente da noi è sconosciuto, il suo cinema anticonformista non è ben visto dai nostri produttori)

Scritto da Andrea Venuti