HORRORS OF THE MALFORMED MEN [sub ITA]

 

Il thriller, che si mescola con tinte horror, grottesche ed erotiche, si apre con uomo rinchiuso in un manicomio senza apparente motivo.Una ricorrente ninna nanna e strani accadimenti lo porteranno a seguire a ritroso gli eventi passati.L’uomo con il passare dei giorni viene a conoscenza di un grande mistero che sta prendendo corpo su un’isola al largo delle coste del Mar del Giappone.Una volta approdatovi, di fronte ai suoi occhi si dipana un orrore inimmaginabile…

 

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Titolo originale: Kyôfu kikei ningen: Edogawa Rampo zenshû
Anno: 1969 I Paese: Giappone
Regia: Teruo Ishii
Attori: Teruo YoshidaYukie KagawaTeruko Yumi 
 

 

Spiegare la trama di “Kyôfu kikei ningen” è estremamente complicato, in quanto non è possibile rendere plausibili le insensatezze oniriche dello scrittore giapponese Rampo Edogawa. L’inizio, sfiancante, è ambientato in un centro di detenzione per pazienti affetti da turbe psichiche. Hitomi (Teruo Yoshida) è un medico in preda ad un momento di amnesia (e lo spettatore, assieme a lui, è ugualmente disorientato). All’interno della cella del penitenziario sfugge miracolosamente ad un’aggressione; successivamente evade dalla prigione e incontra una misteriosa donzella, la quale intona una cantilena infantile riconosciuta da Hitomi. L’uomo cerca di chiedere informazioni all’adolescente, ma quest’ultima viene colpita con una coltellata alla schiena. Accusato di omicidio Hitomi si rifugia nell’abitazione di un suo sosia appena defunto, “Genzaburou”. La famiglia crede che Hitomi sia il loro caro resuscitato e lo accoglie con ossequio nella villa. Genzaburou era inoltre l’erede di un inquietante chirurgo dall’aspetto mostruoso (già comparso nelle visioni chimeriche di Hitomi), il quale vive da recluso in un’isola in prossimità della costa. Per risolvere alcuni arcani enigmi del posto nel quale soggiorna, Hitomi decide di raggiungere la torbida zona… In quel luogo apprenderà una realtà agghiacciante fatta di freak mutanti, storie di adulteri legati ai consanguinei e deliranti, belluini ricatti: come intuito stiamo parlando di un’opera oscura ed astrusa, ove l’irrazionalità e l’ermetismo travalicano il senso della ragione. Sfrondando ogni convenzionalità del linguaggio e della messa in scena il regista Teruo Ishii, confinandosi in un’ottica visionaria dalle connotazioni grottesche e dissimulanti, dipinge un quadro fatiscente ed anomalo, in cui la torrida metafora della deformità si materializza in immagini ripugnanti, raffiguranti obbrobriosi esseri dall’aspetto bestiale e dall’indole selvaggia. E sebbene l’affresco cominci gradualmente a “chiarire” le pazzesche contingenze, il tentativo di trovare una coerenza narrativa nell’intreccio si stempera in un vortice irrefrenabile di tormentosi risvolti estemporanei e bizzarre danze Butoh (ballo macabro e perverso dai movimenti spasmodici e la cadenza imponderabile), performate dallo stesso artista che le ha inventate (Tatsumi Hijikata), il quale ricopre la parte del viscido, diabolico genitore di Genzaburou. Vista perciò l’astrattezza di uno sviluppo parecchio aleatorio, “Horrors of malformed Men” rimane un prodotto consigliato solo a chi è interessato ad un cinema lisergico più controverso, che affonda le radici nel teatro sperimentale di matrice asiatica.

Recensione da FilmTV