DRACULA

 

In un’inquietante serata di Boston una malvagia setta evoca il signore delle tenebre, Satana, per ottenere fama e ricchezza, offrendogli in cambio, come sposa, una loro adepta. Peccato che il conte Dracula volava lì da quelle parti, si fa furbo e si spaccia così per il diavolo fregandogli la donna. Invece di succhiarle il sangue se ne innamorerà, concependo addirittura con lei un figlio (è un non-morto dite? Ehm…). Lucifero, comprensibilmente incazzato, ordinerà ai suoi uomini di farla pagare al vampiro, facendone così uccidere il pargolo. Le preghiere della madre, ora improvvisatasi devota cristiana, commuoveranno Dio che farà resuscitare il bambino dandogli le fattezze di un biondo culturista con costumino da super eroe, incaricandogli di uccidere il papà… e non è ancora finita!

 

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Titolo originale: Yami no teiô kyuketsuki dorakyura
Anno: 1980 I Paese: Giappone
Regia: Akinori NagaokaMinoru Okazaki
Attori: Noriko Hidaka, Hiroyuki Hori, Shûichi Ikeda
 

 

Chi scrive è cresciuto con il mito del romanzo di Dracula, la più coinvolgente corrispondenza letteraria di sempre. Pur apprezzando le celebri incarnazioni cinematografiche dell’amato conte, da Bela Lugosi a Christopher Lee, ho sempre desiderato poterlo però vedere in un film veramente fedele al libro, lontano da quella che ritengo una sciagurata rilettura harmony di Francis Ford Coppola, che era tutto fuorché il “Dracula” di Bram Stoker. Scopro così, rovistando tra i meandri degli anime dimenticati, una inedita versione del 1980, special televisivo Toei di addirittura 90 minuti. Sarà a suo modo una perla, ma non in senso propriamente qualitativo.

Anticipando di 30 anni “Heroman” e le recenti produzioni Madhouse (“Wolverine”, “X-Men”, “Blade”) il “Dracula” di Okazaki rappresenta la prima, storica collaborazione tra l’industria d’animazione nipponica e quella fumettistica americana – tra Toei e Marvel, basata sul comic americano “Tomb of Dracula”, che ha avuto la fama di avere dato i natali all’eroe “Blade”. E’ la prima, mitica dissacrazione comica del vampiro, prima degli emo e dei lanciatori di baseball di “Twilight”, e primo, forse unico anime di così squisite dimensioni trash da sembrare scritto da Bruno Mattei. “Dracula” è un anime così involontariamente esilarante da assurgere ai vertici della concezione del “so bad it’s so good”, una di quelle storiacce che più vai avanti a guardare e più ti stupisci di quanto riesca a rinnovare di volta in volta il senso di ridicolo rappresentando a suo modo un capolavoro inverso, di quelli a cui, come Mospeada, ti verrebbe voglia di affibbiare un voto a tema.

Se già la trama di partenza è così balorda da non sembrare scritta da mano terrestre, gli amanti del trash saranno commossi nel sapere che rappresenta solo una parte minima della storia complessiva, quasi il solo incipit di un intreccio impossibile dove convivono protagonisti principali così orribili e marginali (l’eroe Frank Drake e il team di ammazza-vampiri) che a un certo punto spariscono dalle scene; figli di Dracula riportati ridicolmente in vita per sghiribizzo di Dio e che non servono a niente; nomi improbabili e tante, tantissime immagini indimenticabili che serberemo per sempre nel cuore.

Il “Dracula” di Okazaki è sublime e rappresenta, con la sua mole di squisitezze weird, un ipse dixit urlato e pieno di invidia. Horror malinconico e crepuscolare siffatto capolavoro, che commuove nella figura eroica e miltoniana di un barone Dracula odiato dal demonio, odiato dagli ammazza-vampiri, odiato dalla sua gente, odiato dalla sua stessa famiglia umana e che senza più poteri vaga per New York a derubare innocenti per potersi permettere un hamburger al McDonald. Ma “Dracula” è anche un film sulla fedeltà del migliore amico dell’uomo (la chiesa addestra in chiave anti-vampiro dei segugi equipaggiandoli con moderni collari-crocifisso), sulla forza d’animo di chi, rispetto a noi, non può più camminare – e costringe la nipote a spingere in velocità la carrozzella nei combattimenti, salvo poi scoprire, nel finale, che è un finto disabile -, sullo scontro generazionale tra vecchio e nuovo (Frank Drake affronta Dracula con le arti marziali ed è asfaltato in meno di cinque secondi), sulla facciata più dolorosa dell’amore – Lucifero che continua a inveire contro Dracula perché gli ha fregato la moglie – e via così, un otto-volante di scene commoventi che fanno schiattare d’ilarità gli insensibili come me e che, e questo è quello che rende irresistibile il film, nelle intenzioni del regista vorrebbero essere cupe, seriose, addirittura spettacolari.

A tal proposito non si spiegherebbero, altrimenti, i “dolorosi” flashback di Dracula sulla sua esistenza umana, il (risibile) tentativo di trasformarlo in un antieroe sullo stile del vampiro di Coppola e le atmosfere malinconiche evocate dalla solenne colonna sonora di Seiji Yokoyama – inspiegabile come un professionista di tale livello sia finito nella produzione di una simile buffonata. Trovo il chara design americaneggiante di Wagatsuma semplicemente orribile, anche quello: rende cessi le ragazze, e anche nell’aspetto grafico generale sproporzioni varie condiscono il prodotto accrescendo il livello sCult, come i mastodontici crocifissi indossati al collo dai tre bambini rumeni nel finale. Effetti sonori marci da console NES e animazioni accettabili chiudono l’analisi.

Inguardabile da chiunque pretenda un minimo di decenza artistica, il “Dracula” Toei rimarrà alla Storia come un Vaso di Pandora per chi, come me, ama ridere in compagnia con visioni orripilanti. Bram Stoker si rigira inquieto nella tomba, ma il divertimento non manca. Un grazie a Mondo Home Entertainment per l’edizione home-video, distribuisce pochissima animazione nipponica ma sa bene quali diritti vale la pena acquistare. Caldamente consigliata la combo amici/birra.

Scritto da GOD87 [Animeclick]