STRIKE COMMANDO

Lo Strike Commando è un corpo speciale americano formato da soldati pronti a ogni frangente. Durante un’azione in Vietnam gli uomini dello Strike vengono tutti uccisi. Tranne uno, che giura di vendicarsi del responsabile (un colonnello Usa venduto al nemico).

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Titolo originale: Strike Commando
Anno: 1987 I Paese: Italia
Regia: Bruno Mattei (accreditato come Vincent Dawn)
Attori: Reb BrownChristopher ConnellyLouise Kamsteeg

Ancora Mattei & Fragasso. Ancora il 1987. Ancora un clone di Rambo 2, con tanto di sventagliata di mitra contro i computer da parte del protagonista al colmo della frustrazione. Stessa ambientazione, stesso set, stesse comparse: la “coppia omicida” riesce nella clamorosa impresa di fare due film praticamente uguali al prezzo (irrisorio) di uno!
Il canovaccio è simile a quello del più riuscito Double target (questo è infatti il film gemello) e vede un prode soldato farsi un mazzo incredibile per riuscire a salvare dai malvagi Vietcong comunisti una comunità di nativi gestita da un vecchio Francese ubriacone. Sostanzialmente ciò che cambia è l’attore protagonista che in questa pellicola è Reb Brown, energumeno dalle braccia più larghe della sua testa ma dall’aria bonacciona ed affabile. Per il resto lo spettatore sarà coinvolto nelle solite scene di agguati nella giungla ed assalti ai campi di concentramento, che alla lunga metteranno a dura prova il neofita.
Pirotecnico ed esageratissimo in pieno stile Mattei è il prologo, nel quale la task force Strike commando fa saltare in aria una ventina di baracche senza piazzare l’esplosivo ed avvalendosi solo del filo conduttore del detonatore, attivato con uno degli effetti sonori più ridicoli della storia. Il resto del film narra le peripezie di Ransom, unico superstite della task force, che vedrà cadere, nel disperato tentativo di fuga dalla giungla, tutta la colonia dei suoi protetti per mano di due malvagi ufficiali dell’Armata Rossa spalleggiati da un generale traditore. Non manca anche stavolta il ricorso al “taglia e cuci”, anzi, stavolta i nostri due beniamini oltrepassano alla grande ogni limite di decenza, creando il meraviglioso artifizio di far sparare un personaggio nel film e di far morire il bersaglio rubando la scena da chissà quale altro lungometraggio.
Mancano però spunti clamorosamente esilaranti e lo spettatore si adagierà pigramente assistendo alle classiche morti in sincrono con capriola di cui sono protagoniste le comparse Orientali, ma sarà salvato dal sonno incombente dallo scoppiettante finale rinvigorito da un primo duello con il malvagissimo ufficiale Russo, che dopo la ridicola scena della zuccata tremenda con l’eroe cade da una rupe “magicamente” comparsa nella pianura dove i due si stavano affrontando.
Il film scade poi in una farsa incredibile narrando la resa dei conti fra il protagonista ed i cattivi. Ransom infatti, passato qualche anno, rintraccia il generale traditore e a mitragliate fa fuori le sue guardie del corpo prima di levarlo definitivamente dal mondo con il lanciagranate annesso all’arma automatica, per poi affrontare il redivivo ufficiale Sovietico che sfoggia una ridicolissima dentiera d’acciaio conseguenza del duello precedente. È qui che lo spettatore sarà completamente ripagato di questa visione sofferta, ammirando come l’eroe disintegrerà il Russo infilandogli una bomba a mano in bocca. I postumi dell’esplosione riveleranno ai più attenti il trucco adottato per questa scena-madre: i due cineasti hanno imbottito di esplosivo la parte inferiore di un manichino il cui coperchio fa bella mostra di sé in primo piano per la gioia dei nostri occhi!

Recensione da Filmrbutti