DOMINATOR

 

Lo strapotere dei teppisti di New York sembra non avere limiti. Sono bande di violenti e di drogati che, specie di notte, spadroneggiano nella città, abbandonandosi a delitti e ribalderie di ogni genere. Due poliziotti, reduci dal Vietnam – John ed il negro Be Gee – sono incaricati di una missione speciale e pericolosa: dovranno infiltrarsi nel “clan” di cui è capo indiscusso il brutale “X”, per arrestarlo e distruggerne l’organizzazione, implicata tra l’altro nel traffico della droga. Be Gee, opera spostandosi a bordo di un gigantesco automezzo della Nettezza urbana, mentre John ha accettato, pur di tornare a New York e ritrovarvi Caroline, sua antica fiamma. Ma Caroline viene aggredita nel Central Park e storpiata dalla banda di “X”. La sua carriera è finita e tutta la questione diventa allora per John una guerra personale, in cui tutti i metodi sono buoni.

 

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Titolo originale: The Exterminator 2
Anno: 1984 I Paese: U.S.A.
Regia: Mark Buntzman
Attori: John Phillip LawGordon MitchellBrigitte Christensen
 

 

 

Dominator si caratterizza fin da subito come un collage “cinematografico” di fenomeni di costume tipicamente anni ’80: bande, breakdance e lo Sterminatore di turno armato di lanciafiamme modello Vietnam.
Personaggi stereotipati ed intermezzi di breakdance (si veda il ballerino che cammina come un ragno in una posizione ai limiti del danno articolare) fanno da collante per le scene del film che non sono mai esplicitamente legate fra loro. Si parte con un ridicolo notiziario che afferma che ormai il crimine ha raggiunto livelli di dominazione nazista sulla popolazione civile, ma invece di ammirare scene di devastante guerriglia urbana assistiamo alle patetiche bravate di una banda di straccioni a metà strada fra “I cavalieri dello zodiaco” e “Saranno famosi”.
Numerose sono le scene che valorizzano questo lungometraggio: impossibile non citare un elicottero distrutto in volo da un razzo segnaletico, una pubblica arringa degna della peggiore fantapolitica, un dialogo in cui un microfono permane almeno 30 secondi in alto a sinistra dello schermo e un’aggressione nel bel mezzo di un parco con annessa una comica bastonata al volo sugli stinchi della povera malcapitata.
Conclude la pellicola un finale imperdibile: dopo una fulminea scena in cui in tre fotogrammi il protagonista torna a casa, trova la fidanzata uccisa, ripensa alla sua vita con lei e allestisce in preda alla rabbia un furgone d’assalto stile A-Team ricavato da un camion dell’immondizia, c’è il duello finale bene-male al termine del quale l’eroe, armato di lanciafiamme e casco da saldatore, compie la sua truce vendetta.
Ad una regia da film casereccio si affianca una colonna sonora indescrivibile, capace di generare un lisergico scompenso fra funzione visiva ed uditiva: mai ascoltato niente di simile!

Scritto da Giulio, Marchiño [Filmbrutti.com]