TRAPPOLA DIABOLICA

Un soldato americano vola nelle Filippine e sfida i guerriglieri locali per recuperare un prigioniero importantissimo: l’ufficiale che gli aveva salvato la vita in Vietnam, un’agente della CIA. Quando però i due si ritrovano faccia a faccia, scoprono che sono cambiate troppe cose.

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[la visione è consigliata ad un pubblico maturo)

Titolo originale: Trappola Diabolica
Anno: 1988 I Paese: Italia
Regia: Bruno Mattei, Claudio Fragasso (non accreditato)
Attori:  Brent HuffMary StavinRichard Harris 
 

Trappola diabolica è anche noto come Strike commando 2, il che non sorprende affatto: il protagonista è infatti lo stesso personaggio (il soldato Michael Ransom) di Strike commando, girato l’anno precedente dallo stesso regista, sebbene cambi l’interprete: nel primo capitolo era Reb Brown, qui è Brent Huff. In entrambi i casi si tratta comunque di un vago scimmiottamento con due lire delle avventure stalloniane di Rambo; l’eroe tutto muscoli e nessuna pietà che tanto successo aveva mietuto sui grandi schermi di mezzo mondo viene qui rievocato in maniera blanda ed evidentemente inefficace, vuoi per i pochi mezzi a disposizione e vuoi per un certo spirito goliardico/ironico che l’operazione volutamente sottende. Non mancano infatti battutine e trovate prettamente comiche, che vanno a destabilizzare la pretesa serietà della sceneggiatura firmata da Claudio Fragasso; l’apice dell’esilarante si ottiene nella sfida fra energumeni con una gara di rutti (cosa che presumibilmente non si era mai vista fino a quel momento, nè si sarà mai più vista nell’intera storia del cinema action/di guerra). Ma il film è tutt’altro che comico, anzi contiene una morale ben precisa, derivante dal doloroso tradimento scoperto dal protagonista nel finale; nulla di trascendentale, chiaramente, ma perlomeno si tenta qui di abbattere qualche obsoleto clichè del ‘genere’. Fra gli altri interpreti, Richard Harris, Ottaviano Dell’Acqua, Mary Stavin; incomprensibile la scelta di Stefano Mainetti per la colonna sonora, allegrotta e giocata su suoni buffi, quanto di più lontano dall’impianto di base della pellicola. Mattei si firma Vincent Dawn in regia, ma per il montaggio si fa accreditare con il suo vero nome.

Recensione da FilmTV