Nel Bronx agiscono bande rivali ma che tentano di imbastire accordi di pace. Accade, però, che tali tentativi vengano vanificati. La caccia alla banda rivale si riaccende con una violenza esasperata. Soprattutto una mattina, quando due giovani della banda dei Warriors vengono uccisi.

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Uno dei capolavori di Castellari, ispirato a tre film in particolare: “Interceptor”, “1997 Fuga da New York” e “I guerrieri della notte”, ovviamente girato in pieno stile del regista romano: azione, colpi di scena, doppi giochi, personaggi duri, indimenticabili e ben delineati, battute memorabili, epicità di alcune scene (una su tutte, il finale con Trash che dopo aver arpionato Hammer lo lega alla motocicletta e lo trascina fuori dal Bronx). Può essere considerato il primo esempio italiano del filone postatomico, sottogenere a cui Castellari tornerà con “Fuga dal Bronx”, seguito del film in questione, e “I nuovi barbari”. Come al solito il regista ci offre uno spettacolo spietato e ricco d’azione. Quello che ci mostra Castellari è un mondo cupo, dominato dalla violenza e dal nichilismo (“Il nostro destino è combattere o essere combattuti, uccidere o essere uccisi. Come puoi pensare che qualcuno di noi possa avere paura della morte? Abbiamo imparato ad amarla dal momento in cui siamo nati. Noi del Bronx viviamo con la morte”). Ovviamente non mancano scene violente, alcune delle quali anche abbastanza gore (la fine del povero Blade). Nonostante il budget limitato, l’incursione in questo genere da parte di Castellari ha un risultato eccezionale. Trash tornerà a lottare contro politici e multinazionali spietate nel successivo “Fuga dal Bronx”, interpretato nuovamente da Mark Gregory (pseudonimo di Marco Di Gregorio). Ottime le musiche di Walter Rizzati.

Scritto da Alfredo Squillaro [Interzona]