LE NOTTI DEL TERRORE

Un gruppo di persone si riunisce in un lussuoso palazzo nei pressi di un cimitero etrusco precedentemente profanato dagli scavi di uno strano professore, il quale ha convocato i suoi ospiti proprio per divulgare loro i risultati degli scavi e mostrare i reperti. Tuttavia gli ospiti, dopo aver passato la notte nella villa, si troveranno ad affrontare dei famelici zombie fuoriusciti dalle tombe profanate.

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Titolo originale: Le Notti del Terrore
Anno: 1981 I Paese: Italia
Regia: Andrea Bianchi
Attori: Karin WellGianluigi ChirizziSimone Mattioli 

Conosciuto anche come Zombie Horror

Parlare di un capolavoro si rivela sempre un compito difficile, se non altro perchè si rischia di dire quanto è già stato detto da critici e appassionati. Vale lo stesso per i film brutti, quelli così brutti da diventare famosi. A suscitare interesse è proprio la loro bruttezza, spesso derivata dal mix di povertà di mezzi, attori non proprio eccelsi, sceneggiature risibili, fotografia (?) raffazzonata, regia lenta e poco coinvolgente. “Zombi Horror- Le notti del terrore” possiede tutte queste qualità. Si aggiungano dialoghi ridicoli, gore a profusione e il complesso edipico del “piccolo” Michael, icona del film.
La storia è semplice e lineare: un gruppo di borghesotti annoiati viene invitato (non si sa quando) da un loro amico professore a passare qualche giorno nella villa di quest’ultimo, il quale, dopo aver decifrato delle antiche iscrizioni etrusche e aver riportato in vita i morti dalle catacombe in cui stava conducendo i suoi studi, è stato sbranato dagli zombi. I morti viventi assediano la villa dando inizio ad una sanguinosa mattanza. Tutto qua. Bianchi si destreggia come può e, al contrario di quanto si possa pensare, nel film qualcosa che si salva c’è; il regista cerca di sfruttare al meglio i pochi mezzi a disposizione e i brevi tempi di riprese, con inquadrature larghe e interminabili, tentativi di riprodurre un’illuminazione notturna in pieno giorno con filtri ND davanti all’obiettivo, e insiste su nefandezze e dettagli raccapriccianti. Come sarà facile immaginare, infatti, il film punta molto sulla componente gore, facendone il punto di forza. Si assiste, quindi, a sbudellamenti e mutilazioni a volontà, nella migliore tradizione degli zombie movies. La particolarità degli zombie di Bianchi sta nell’aspetto (tuniche, stato di decomposizione avanzato, con tanto di vermi sulla faccia), nella dimestichezza che hanno con le armi (molti di loro brandiscono accette, falci, ce n’è persino uno che lancia coltelli con una precisione lodevole) e nell’ eccessiva lentezza. Caratteristiche di cui si poteva tranquillamente fare a meno, ma ci si chiude un occhio. Un elemento degno di nota è la location fatiscente e suggestiva. Per il resto, l’atmosfera, a tratti sorprendentemente morbosa e decadente, viene interrotta da momenti di trash involontario.  Il ritmo è piuttosto lento, ma nonostante ciò si arriva alla fine della pellicola senza grosse difficoltà, tra qualche risata e uno sbadiglio. Meglio (o peggio) di quanto ci si possa aspettare (ovviamente il giudizio è relativo al concetto che lo spettatore ha di “film brutto” e al suo grado di “tolleranza”).
Comunque da vedere almeno una volta nella vita. .
Si consiglia di accompagnare la visione con (almeno) un paio di birre.

Scritto da Alfredo Squillaro [Interzona]