VIOLENT SHIT II – MOTHER HOLD MY HAND [sub ITA]

 

Violent Shit II inizia con un reportage nel quale due giornalisti annunciano il verificarsi di nuovi e atroci omicidi nella stessa zona dove tempo prima operava Karl The Butcher (Andreas Schnaas). L’azione a questo punto si sposta, mostrandoci un improbabile e ridicolo regolamento di conti tra due ninja (?!?), bruscamente interrotto dall’arrivo del nostro protagonista, il quale risolverà il contenzioso con i suoi soliti metodi spicci, ossia decapitazioni a suon di spada..

 

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Titolo originale: Violent Shit II
Anno: 1992 I Paese: Germania
Regia: Andreas Schnaas
Attori: Anke ProthmannAndreas SchnaasClaudia von Bihl
 

 

 

Signore e signori, torna Karl The Butcher, lo psicopatico omicida il cui unico scopo nella vita è massacrare chiunque gli capiti a tiro nei modi più dolorosi e degradanti!
In questo seguito di Violent Shit però non ritroveremo proprio lui in persona, bensì suo figlio, Karl The Butcher Jr., generato da Karl senior (sì, avete capito bene…) nei suoi ultimi istanti di vita durante il finale della pellicola precedente. Cresciuto dall’amorevole sorella del compianto padre (che è poi la mother del titolo), il giovane figliolo dimostrerà di non aver ereditato solo il nome dal suo genitore: mutilazioni, decapitazioni e torture saranno infatti il suo pane quotidiano.
Violent Shit II inizia con un reportage nel quale due giornalisti annunciano il verificarsi di nuovi e atroci omicidi nella stessa zona dove tempo prima operava Karl The Butcher. L’azione a questo punto si sposta, mostrandoci un improbabile e ridicolo regolamento di conti tra due ninja (?!?), bruscamente interrotto dall’arrivo del nostro protagonista, il quale risolverà il contenzioso con i suoi soliti metodi spicci, ossia decapitazioni a suon di spada. Da questo momento in poi è inutile cercare di trovare qualsiasi accenno di trama, se non nel rapporto morboso tra la presunta madre e il suo adorato pargolo, che lei incita continuamente alla violenza per vendicare il fratello scomparso.

Non ci sono gli eccessi al limite della blasfemia del primo capitolo, con il maniaco che in preda ad un delirio mistico entra nel ventre squarciato di Gesù in croce, eppure anche in Violent Shit II sono presenti moltissimi dettagli estremamente macabri (come il piccolo Karl che dorme beato succhiando il pollice di una mano strappata a chissà chi).
Come sempre, nei film di Schnaas tutto è funzionale ad una lunga sequela di effetti splatter, che uniti ad un’atmosfera di malsana follia sono l’unica vera attrattiva per assistere ad un lavoro di questo stampo: camera a mano spesso traballante, assenza quasi totale di colonna sonora, attori presi sottocasa o al più al mercatino rionale, montaggio inesistente e spesso sconclusionato, fotografia (fotografia?!?) della quale è meglio non parlare. Queste caratteristiche devono ovviamente imputarsi al fatto che Violent Shit II è a tutti gli effetti un prodotto amatoriale con un budget praticamente inesistente, ma nonostante questo qualche attenzione in più sarebbe stata gradita.

Schnaas percorrerà per qualche anno ancora questa strada stilistica cominciata con pellicole come Violent Shit e Zombie 90: Extreme Pestilence, per poi passare a produzioni un pò più succulente e curate (Nikos the Impaler, Daemonium, etc.), anche se l’alto tasso di gore continuerà ad essere l’obiettivo principale del regista teutonico.
In sintesi, un film da vedere per gli amanti dello splatter più estremo, ma assolutamente carente sotto ogni altro punto di vista. La sanguinosa trilogia terminerà con Violent Shit III: Infantry of Doom, in cui padre e figlio torneranno a colpire insieme!Curiosità (spoiler): da poco è uscito nelle sale italiane Alta Tensione, che, non so se per caso o volutamente, riprende una delle sequenze porno-horror di maggior impatto di questo Violent Shit II: mi riferisco alla fellatio auto-inferta dal maniaco di turno con una testa mozzata, che nel film di Schnaas passa quasi inosservata, ma che in quello di Alexander Aja risulta essere di una certa ferocia, anche perché apre le danze della violenza successiva

Recensione da Splattercontainer