IL SOFFIO DEL DIAVOLO

Alla fine degli anni Venti, un giorno di luglio, qualcosa di misterioso e sconvolgente si scaglia contro un’intera famiglia di contadini cancellandola dalla faccia della terra. Trascorrono sessant’anni e Cory Hartman, nipote del capofamiglia, torna sul lago “maledetto” con alcuni amici per tentare di far luce sul mistero.

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Titolo originale: Demon Wind
Anno: 1989 I Paese: U.S.A.
Regia: Charles Philip Moore
Attori: Eric LarsonFrancine LapenséeRufus Norris
 

Charles Philip Moore, qui al suo debutto cinematografico, prendendo spunto da diversi altri film (in primis Evil Dead), sceneggia e gira questo lungometraggio che ripresenta il tema più volte affrontato delle case infestate da esseri demoniaci. Il regista, forse anche per il budget piuttosto basso, si è servito di un cast di giovanissimi esordienti, trasformandoli, uno per uno, nei classici stereotipi che caratterizzano il gruppo di teenagers da film dell’orrore: il palestrato scemo con bella ragazza al fianco, il buffone, il protagonista serio, deciso e pronto a tutto e così via. Nella prima parte del film si respira una buona atmosfera; l’idea della casa in rovina e della porta che dà su un mondo parallelo è interessante; peccato però che diverse trovate assurde rendano l’intera storia decisamente inverosimile e campata per aria. Una stazione di servizio sperduta in una campagna con il nulla attorno, uno scheletro umano che, sfruttando ogni legge della gravità, rimane miracolosamente appeso ad una croce, una ragazza che, trasformatasi in una bambola, non sortisce la minima reazione da parte dei suoi compagni, sono solo alcuni demenziali esempi che troverete nel corso della pellicola.

Una volta oltrepassata la soglia di quella porta che sembrava condurre nel nulla, la comitiva si troverà nella casa ai tempi in cui era ancora ancora intatta, divenendo immediatamente preda di un’orda di creature demoniache, in un contesto molto simile a quello delle Case di Sam Raimi (almeno qui il Necronomicon non è presente). Buono il Make-up e gli effetti splatter, composti da esplosioni di liquami colorati (somiglianti a quelli già visti in Horror In Bowery Street di Jim Muro) realizzati da uno staff di ben dodici persone; mediocri invece gli effetti visivi dei lampi, che forse il regista avrebbe potuto evitare. Se, come già detto, nella prima parte de Il Soffio del Diavolo, la discreta atmosfera promette degli interessanti sviluppi nella vicenda, nella seconda, la poca originalità ed una lunga serie di incongruenze farà sprofondare questi buoni propositi nella noia assoluta. Questo difetto è sicuramente dovuto ad una sceneggiatura poco fantasiosa che non introduce praticamente nulla a tutto ciò che si è già visto nel panorama delle case maledette. Peccato, anche perchè la qualità registica di Moore viaggia comunque su livelli soddisfacenti.

La fotografia è affidata ad un esperto del calibro di Joel Sussman, che ha lavorato anche con Cronenberg, anche se in questa occasione non si può certo dire che abbia fatto dei miracoli, anzi. Azzeccate le musiche, molto elettroniche e mai banali nella loro esecuzione, nonostante ricordino un pò troppo da vicino quelle realizzate da John Carpenter per molti dei suoi film.

Il Soffio del Diavolo si può in definitiva considerare come uno dei tanti titoli horror di cassetta presenti sul mercato, diretto con poca inventiva ed originalità da un Charles Philip Moore probabilmente più interessato a farsi conoscere nell’ambiente cinematografico piuttosto che a realizzare qualcosa di veramente valido. La conferma di questo sta proprio nel fatto che quest’ultimo, in futuro, prediligerà occuparsi prevalentemente di action movie invece che di film horror.Curiosità: Il budget de Il Soffio del Diavolo è stato di 300.000 dollari. Nel 1973 il regista Mende Brown diresse The Evil Touch (Il tocco del diavolo), un serial tv Horror. Giusto per creare un pò di confusione, in Italia i distributori hanno ben pensato di commercializzare gli episodi della serie in due VHS separate, intitolandole rispettivamente Il Soffio del diavolo I & II: Storie dell’ impossibile. Nel 90 hanno poi chiamato con lo stesso nome anche il film di Charles Philip Moore.

Scritto da Cosworth [Splattercontainer.com]