DRAKULA AD ISTAMBUL (DRACULA TURCO) [sub ITA]

 

Adattamento turco al romanzo di Bram Stoker “Dracula”, la cui trama è ricalcata a grandi linee da questo film.

 

Il seguente video non fa parte del sito www.cinemazoo.it,
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Titolo originale: Drakula Istanbul’da
Anno: 1953 I Paese: Turchia
Regia: Mehmet Muhtar
Attori:  Annie BallCahit IrgatAyfer Feray
 

La paura sta tornando d’attualità (se mai se ne fosse andata) nel Mondo attuale, a causa di quel terribile virus che pare proprio non volersene andare.
Il Cinecaffettino tenta di esorcizzarne perlomeno le sfrangiature più pesanti, proponendo le sue tazzine calde calde.

Oggi la scelta è ricaduta su DRACULA IN ISTANBUL (Drakula Istanbul’da, 1953) di Mehmet Muhtar, una versione ottomana del capolavoro di Bram Stoker.

In verità la trasposizione trova la sua fonte non nell’opus dell’irlandese, bensì nello pseudo clone del Bosforo a firma Ali Riza Seyfi, Kazikli Voyvoda (1928).

La storia è praticamente la stessa del modello del 1897, con talune piccole modifiche che comunque non inficiano la struttura, fondata sulle gesta di un vampiro assetato di sangue, questa volta a Istanbul.

Atif Kaptan è un conte dai canini facili old style, il suo maniero tetro e polveroso, spoglio quanto la sua biblioteca e mal visto dalla gente del luogo.
Si aggira per quelle stanze nottetempo e sparisce con le prime luci del dì (anche scappando sui muri come fosse un aracnide).
Si trattiene dal suggere il dito sanguinante del suo ospite, l’avvocato Azmi (un bravo Bulent Oran), dorme in una bara e si sposta nella sua nuova città per mordere il collo della bella Sadan (Ayfer Feray).
La Mina Harker turca si chiama invece Guzin (Annie Ball) e fa la ballerina di burlesque.

Tra le varie peculiarità della pellicola, che ha la sua forza in un bianco e nero capace di far sembrare il girato di almeno vent’anni prima, anche il rapporto di amicizia che s’instaura tra il giovane leguleio e il gobbo servitore di casa Dracula. Un legame che quest’ultimo pagherà con la sua stessa vita.

I tentativi di dar fuori l’orrida creatuta della notte mettono in crisi alcuni dottori locali, dopo aver constatato l’inutilità dei colpi di pistola o di altre armi bianche.
Aglio, cuore trafitto e impalamento (d’altra parte si parla pur sempre di Vlad l’impalatore, una sorta di contrappasso dovrà pur esserci, no?), null’altro potrà fare al caso loro.

Il fascino di questa operazione, ricomparsa al mondo occidentale dopo anni di buio totale, sta nella serietà che non lascia mai trasparire spiragli d’uscita, magari più grotteschi se non proprio risibili.

E il tocco di erotismo, davvero leggero, qui viene relegato alle gambe della bella Annie Ball, che balla e le muove prima sul palco per poi sfilare dalle stesse le calze di filanca sul letto.

Finale forse un po’ sbrigativo, ma può andar bene anche così.

Buona paura, una di quelle del Cinecaffettino però!!!

Recensione da Il Cinecaffettino