CONTAMINATION POINT 7 [sub ITA]

 

Dopo che l’impianto industriale d’una piccola città scarica illegalmente dei rifiuti pericolosi in un bosco che circonda la cittadina, le persone iniziano a morire in modi sempre più raccapriccianti. Le persone non riescono a individuare la fonte di queste morti inspiegabili, fino a quando l’EPA indaga, dimostrando che le radici hanno subito delle mutazioni genetiche a causa dei rifiuti. Queste iniziano a uccidere e mangiare le persone.

 

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Titolo originale: The Crawlers
Anno: 1993 I Paese: Italia
Regia: Fabrizio Laurenti (accreditato come Martin Newlin), Joe D’Amato (non accreditato)
Attori:  Mary SellersJason SaucierBubba Reeves
 

 

“Contamination .7” è una vera è propria leggenda metropolitana per quanto riguarda il cinema a basso costo italiano e non. Prodotto dalla Filmirage di Joe D’Amato e uscito nel ’93, questo lungometraggio rappresenta sicuramente una delle vette del trash più alte toccate dal nostro cinema di serie b. Alla sceneggiatura di questo film hanno partecipato ben cinque persone, fra cui anche lo stesso D’Amato, Rossella Drudi, Fabrizio Laurenti, Albert Lawrence (mai sentito nominare, infatti si è “destreggiato” unicanente nella scrittura di questo film) e infine Daniele Stroppa, accreditato sotto falso nome anglofono di Daniel Steel. Soltanto una persona con tanta creatività e pochissimi mezzi come Aristide Massaccesi avrebbe potuto concepire un film nel quale delle radici vengono contaminate da radiazioni e diventano dunque voraci e più forti, divenendo ovviamente l’antagonista della vicenda. Questa pellicola, però, pur vantando cotanta rarità, è davvero becera sotto quasi ogni punto di vista. Innanzitutto è di un livello trash davvero inspiegabile, alcuni momenti sono da omicidio vero e proprio. La recitazione è una delle peggiori mai viste e mai ascoltate dal sottoscritto e la maggior parte degli “attori” è stato scelto sinceramente non so dove, ma in questo caso ritorna la stessa questione del “casting” che si era avuta in “Zombi 5” o “Killing Birds” di Claudio Lattanzi, cioè attori presi da Massaccesi stesso così di scatto, senza provini, solo perchè la loro faccia funzionava. In effetti il film è stato girato negli USA, a Porterville, più precisamente nello Utah… difatti gode certamente di un’ambientazione carina e adatta ad una storia del genere, seppur molto bizarra. Un’altra cosa che non regge assolutamente è la questione delle radici killer radiattive. Perchè? Perchè nel film viene chiaramente espresso che, essendo contaminate a livelli straordinari, venirne a contatto sarebbe come nuotare in un lago di uranio. Fin qui ci siamo, infatti le persone del posto iniziano a morire in modi raccapriccianti, ecc… ma poi? Appena le radici attaccano un personaggio più rilevante, improvvisamente quest’ultimo non sarà contaminato ma, anzi, avrà tutto il tempo per difendersi, contrattaccare e scappare (ovviamente essendo la sceneggiatura quel che è, il personaggio in questione perirà ugualmente). Ci sono alcune trovate certamente interessanti, come la scena in cui le radici assassine si avventano su un povero e malcapitato cane, oppure anche l’unica scena splatter del film, nella quale invece esse attaccano brutalmente lo sceriffo (tralasciando però il patetico effetto gore che fa gelare le carni e non in senso positivo). Anche la storia in generale è carina, ma ci ritroviamo di fronte a: una fotografia improponibile, interpreti alla meno peggio, regia di Fabrizio Laurenti e D’Amato (non accreditato) che, purtroppo, manco a parlarne, messa in scena pietosa e sciattezza generale. L’unica cosa carina sono quelle due o tre scene interessanti e i brevi toni musicali ogni qual volta che le radici attaccano, poi stop. È anche inspiegabile la presenza di Gabriele Tinti, un bravo attore italiano purtroppo deceduto ad un’età ancora piuttosto giovane, che qui si trova alla sua ultima apparizione in un film ed interpreta un personaggio che si vedrà per un totale di neanche venti minuti e poi sparirà nel nulla, poichè non lo vedremo più. Tinti poi, vai a sapere il perchè, non è accrrditato affatto, nè con pseudonimi, nè tantomeno con altri nomignoli, infatti non viene citato nè nei titoli di testa, nè il suo personaggio viene menzionato nei titoli di coda. La scena finale poi, con tanto di sequenza a sorpresa, è una delle più becere mai viste in un film horror. Inoltre, chissà perchè, questo film è innanzitutto uscito con 2000 titoli e poi negli Stati Uniti, per qualche arcana ragione ignota all’universo, è uscito come “Troll 3”. Contenti loro! Dunque, ahimè, un’opera alquanto tragicomica che, purtroppo, porta anche la firma, seppur non diretta, del nostro Joe D’Amato. Noi comunque ameremo sempre questi film per quello che sono e non per quello che potevano (non) essere.

Scritto da Giuseppe Rocca [Filmaniac]

 

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